E’ stato un anno di successi per i La Rua, band nata nel 2004 ad Ascoli Piceno, ma che ben presto si è fatta conoscere in tutta Italia anche grazie alla partecipazione ad Amici. La loro storia è, però, ben diversa da quella di molti altri artisti arrivati ai talent, visto che la formazione aveva già alle spalle un bel passato di gavetta, che unito a un sound originale e già ben definito, li ha certamente aiutati a continuare la sua ascesa, anche dopo che si sono spente le luci del programma.
Li abbiamo incontrati per scambiare quattro chiacchiere.
Intervista a cura di Egle Taccia
Quest’anno per voi è stato incredibile. Si susseguono successi dopo successi. Come state affrontando tutta questa attenzione da parte del pubblico?
Lasciamo semplicemente che sia la nostra musica a parlare per noi. Il che si traduce in sessioni infinite di prove sia per affinare il live del tour estivo imminente, sia per la produzione di nuovi brani.
Voi, pur essendo passati da un talent, avete una storia alle spalle diversa dal comune, visto che prima di arrivare ad Amici avevate già fatto un bel po’ di gavetta e pubblicato un album. Pensate che questo abbia fatto la differenza?
L’esperienza della gavetta è una miniera d’oro che non puoi comprare o trovare da nessuna parte. Semplicemente devi viverla sulla tua pelle e ti aiuta a cresce in quello che sei. Pur avendo avuto un’enorme crescita in poco tempo durante il talent, sicuramente avere l’esperienza live sulle spalle ha aiutato, soprattutto nella fase del serale.
È stato difficile per voi agli inizi suonare in giro e farvi conoscere?
Difficile come ogni volta che si comincia qualcosa di nuovo. Di porte chiuse in faccia ne abbiamo una lista infinita, ma a pensarci bene, sono proprio quelle che ti spronano a dare sempre di più e quindi a migliorarti.
Come avete conosciuto Dario Faini, songwriter e producer con cui avete co-prodotto l’album?
Il sodalizio artistico è avvenuto nel 2009, attraverso l’incontro autoriale tra Daniele e Dario, che poi ha investito molto nel progetto “La Rua”, dedicandosi anche al ruolo di produttore artistico, limando e rifinendo fin nel minimo dettaglio ogni aspetto.
“Tutta la vita questa vita” è un brano che vi ha portato fortuna. Com’è nato? C’è qualche aneddoto che volete raccontarmi?
E’ uno slogan nato durante lo spostamento in van, da una data all’altra dell’estate precedente. Semplicemente ci siamo resi conto dell’enorme privilegio che avevamo: sentir cantare i nostri brani ovunque andassimo, da persone che si sono innamorate dei nostri brani, è qualcosa di emozionalmente non descrivibile. Da qui lo slogan, che è anche un auspicio: tutta la vita questa vita (fatta di musica).
La preview del tour è già sold out e presto verranno annunciate altre sorprese per i vostri fan. Potete già anticiparci qualcosa sulla vostra estate?
Quest’anno abbiamo puntato a potenziare ulteriormente il live dell’anno scorso, dando ancor più spazio ai nostri brani. Non possiamo anticipare molto, senonché sarà un live molto energico, in alcuni punti, condito anche dall’intimità del folk.