“Avete ragione tutti”, disco d’esordio della band milanese Canova, pubblicato lo scorso 21 ottobre per Maciste Dischi, è un album bello, di puro pop italiano, tutto da cantare e assaporare.
Li abbiamo incontrati per conoscerli e scambiare quattro chiacchiere sul disco e sui loro progetti.
Chi sono i Canova?
Non lo sappiamo
Parliamo del titolo…in che senso “Avete ragione tutti”?
Abbiamo pensato a questo titolo perchè nella musica c’è sempre qualcuno che ti dice come fare, che strade prendere, come non sbagliare.
Questo disco l’abbiamo fatto da indipendenti; è il nostro primo disco e lo volevamo fare come volevamo noi.
Infatti è un disco molto live, chi viene ai concerti non avrà lo sbalzo che molte volte c’è tra i dischi e le esibizioni.
L’album è pieno di ballad e brani molto orecchiabili. Pensate che sia arrivato il momento che il mainstream conosca l’indie?
Guarda, noi non sappiamo cosa sia il mainstream o cosa sia l’indie.
Noi facciamo pop da sempre. Quello che possiamo dirti è che non abbiamo mai ascoltato il mainstream italiano, se non pochissime cose.
Più che main o indie il discorso è sul bello o brutto. E negli ultimi anni sono uscite delle canzoni bellissime arrivate dal basso.
Questo Paese è bloccato, e nel mercato musicale qualcosa sta cambiando.
Ma specialmente sembra che il gusto delle persone sia migliorato, ed è tutto merito delle nuove generazioni.
Non possiamo che esserne più che felici.
Nell’album c’è un brano che si chiama “Brexit”. Com’è nato e cosa pensate dell’uscita della Gran Bretagna dall’UE?
Brexit è nata, come tutte le canzoni del disco, molto velocemente. Non sono brani costruiti in studio, ma sono nati di getto. Magari la sera prima è successo qualcosa, e la mattina il pezzo è pronto.
Noi siamo grandi fan della cultura inglese, ma anche di quella italiana.
Sono due Paesi molto diversi però, con storie molto diverse. Magari la Gran Bretagna ha fatto bene ad uscire, avrà pensato ‘avete ragione tutti’ e se n’è andata.
Tra l’altro vedo che avete delle chiare influenze brit pop quindi immagino siate molto legati a quella terra. Pensate che musicalmente ci siano delle differenze con la nostra musica?
No, differenze no. La musica inglese, quella che ascoltiamo noi, è sopra ogni cosa. Abbiamo visto dal vivo gli Oasis, i Blur, i Vaccines, Morrissey, i Coldplay, gli Arctic Monkeys, i Kooks, i Kasabian, e molti altri. Senza parole.
La differenza è che lì, dai Beatles in poi, non si sono appoggiati sul fatto che Lennon fosse dio e gli altri una merda. Sono andati avanti e son successe cose bellissime. Qui in Italia invece siamo stati più nostalgici e fermi sulle cose belle che ci sono già state.
Per voi cos’è la felicità?
Forse la felicità non esiste, non può essere un sentimento costante
È una parvenza, un attimo dove pensi che tutto quadri o forse è solo un attimo dove ti dimentichi di tutto il resto.
Avete dedicato un brano a “Maradona”. Come nasce questo pezzo?
Era una domenica pomeriggio di quelle che piove e puoi guardarti 5 film che tanto il tempo non passa.
Avevo visto un documentario su Maradona così per caso, e appena è finito è nata la canzone. Già alla sera il provino era pronto. Quindi è frutto del caso.
Che progetti avete per i prossimi mesi?
Il disco è uscito da pochissimi giorni, e non ci sono previsioni.
Speriamo solo di suonare tanto in giro e poter conoscere quante più persone possibili.
Egle Taccia