Gli Stag sono una band romana che nasce dal progetto musicale solista di Marco Guazzone. Il loro ultimo singolo, Slay Tilling, fa parte della colonna sonora della fiction Rai “Tutto può succedere”. Al momento sono in tour per promuovere l’ultimo disco, Verso le meraviglie e per regalare ai fortunati ascoltatori le coordinate per trovare il tesoro più raro…
Marco ha risposto a qualche nostra domanda.
“Verso le meraviglie”, il vostro nuovo disco uscito qualche mese fa, lo avete definito come una mappa per intraprendere un viaggio interiore verso lo stupore…che insieme alla curiosità e alla tenacia li definirei forze motrici della vita. Siete d’accordo?
Assolutamente. Crediamo davvero che esistano delle energie ancestrali che ci guidano durante tutta la nostra vita. Questo per noi è stato lampante quando abbiamo capito, ognuno a suo modo e a suo tempo, che la musica sarebbe stata la nostra strada. Avere una passione significa avere uno scopo e un obiettivo da raggiungere.
Nella copertina del disco troviamo di nuovo un cervo (in inglese “STAG”), ma questa volta la sagoma racchiude il vero e proprio segreto del viaggio che si intraprende ascoltando “Verso le meraviglie”. Un viaggio alla ricerca di quel tesoro preziosissimo nascosto dentro ognuno di noi…
Siamo in un momento storico in cui si fa tutto di fretta e viviamo a dei ritmi così frenetici che diventa difficile anche fermarsi un secondo e ascoltarci. Ma non dobbiamo dimenticarci mai che noi non siamo delle macchine, siamo degli esseri imperfetti. E capire questo significa rispettare noi stessi e il mondo che ci circonda. Perché è proprio dietro i nostri errori e le nostre fragilità che si nasconde la meraviglia. È un viaggio dentro noi stessi lungo e complesso, pieno di ostacoli e difficoltà. Ma alla fine di questa ricerca il tesoro che ci aspetta è inestimabile, perché riconoscersi piccoli ci fa percepire l’infinito.
Avete collaborato alla composizione di diverse colonne sonore per cinema, teatro e televisione. Come nascono, in questo caso, i pezzi?
Poter lavorare in ambiti diversi dal mondo discografico, come il mondo del cinema, del teatro e della TV, ci ha permesso di crescere moltissimo musicalmente e professionalmente perché per ognuno di questi contesti il modo di scrivere e di comporre cambia. Questo ha significato seguire nuovi stimoli creativi e aprire i nostri orizzonti artistici su luoghi e spazi per noi inesplorati. I brani nascono sempre da un’immagine e un fotogramma da raccontare e da descrivere, e sono sempre la colonna sonora di un’emozione che deve essere racchiusa nella musica.
A giugno è uscito “Slay Tilling”, il vostro ultimo singolo che, tra l’altro, fa proprio parte della colonna sonora della fiction Rai “Tutto può succedere”. Cosa volete raccontarci di questo brano?
“Slay Tilling” è la prima canzone che ho scritto. Avevo 13 anni ed è stato il momento preciso in cui ho capito che la musica mi avrebbe aiutato ad esprimere tutto quello che non riuscivo a dire con le parole. In tutta la strada che ho fatto finora questo brano mi è stato sempre accanto. L’ho protetto e custodito come se fosse delicato e potesse rompersi nel momento in cui l’avrei condiviso con gli altri. Grazie ai miei compagni di viaggio, gli STAG, ha trovato finalmente la sua vera forma, che è intensa e potente, anche se nasconde un’anima piccola e fragile, ed è stato speciale vedere che è diventato anche la colonna sonora della storia di una famiglia, quella di Tutto Può Succedere. Una serie TV di Rai 1 alla quale siamo molto affezionati, perché fin dalla prima stagione ha regalato a noi, e a tantissimi altri artisti emergenti, uno spazio importante che ha permesso di far conoscere la nostra musica al grande pubblico.
Negli anni avete aperto i concerti di tantissimi artisti, penso a Moby, Suzanne Vega, Elisa, Arisa, Malika Ayane, The Irrepressible…e, in questi mesi, state aprendo alcuni concerti di Levante e Niccolò Fabi. Quanto è importante per la vostra crescita musicale il confronto con altri colleghi? C’è un live che vi ha lasciato un segno particolare?
Per noi è sempre stato fondamentale il confronto con artisti di un livello più alto e abbiamo avuto la fortuna di farlo in tante occasioni che ci hanno insegnato moltissimo. Avere la possibilità di suonare di fronte ad un pubblico che non ti conosce non è facile perché devi catturare la loro attenzione e riuscire a portarli nel tuo mondo in pochissimo tempo. Inoltre in Italia c’è poca educazione alle aperture, quindi non è scontato che il pubblico sia dalla tua parte. Per fortuna però esistono artisti che hanno voglia di cambiare le cose e si impegnano a offrire uno spazio importante ad artisti e gruppi emergenti. Ricordo con grandissima emozione l’apertura del concerto di Elisa, che prima del nostro set è uscita a presentarci e ad invitare il suo pubblico ad ascoltare la nostra musica con attenzione, raccontando che era stata proprio lei a sceglierci e ad invitarci sul palco. È un gesto che riflette una sensibilità unica e un grande rispetto per la musica.
Se doveste dirmi un colore che rappresenti al meglio la vostra musica?
Il blu del mare, perché contiene milioni di sfumature che vanno dai colori più cristallini e limpidi della superficie fino a quelli più scuri delle profondità degli abissi e rappresenta tutte le sfaccettature di generi, stili e influenze che caratterizzano il nostro mondo musicale.
Prossimo obiettivo da raggiungere?
Girare il mondo con la nostra musica!
Intervista a cura di Cinzia Canali