Il prossimo 25 novembre al Teatro Atlantic di Borgaro Torinese (TO), la prima nazionale dello spettacolo diretto da Antonio Valleggi ed interpretato da Renato Liprandi, Olga Manca e Riccardo Pellegrini. Pellegrini è – altresì – il pioniere italiano di divertenti cene con delitto che, da oltre vent’anni, porta in giro per l’Italia.
Lo spettacolo di fine novembre ci ha dato modo di scambiare quattro chiacchiere con lui, per scoprirne di più.
Ci dai qualche dettaglio su questo divertente progetto. Com’è nata l’idea dello spettacolo?
L’dea dello spettacolo nasce dal mio desiderio di tornare al ‘teatro ufficiale’, dopo qualche anno di esilio volontario. E’ un’idea nata in concerto con Renato Liprandi, con il quale ho fatto parte di una compagnia teatrale in passato, poiché avevamo voglia di tornare a lavorare insieme. Dopodiché, abbiamo proposto il progetto ad Antonio Valleggi, il quale ha accettato con entusiasmo. Ha trovato il testo di una commedia francese degli anni Cinquanta che ha riscritto totalmente, attualizzandola e cucendola addosso ai tre protagonisti: me stesso, Renato ed Olga Manca.
Quali sono le sfide di una commedia teatrale che si preannuncia dal ritmo molto serrato?
La tua ipotesi è corretta. La commedia ha – infatti – un ritmo molto serrato. La nostra sfida è proprio quella di mantenere alti questi ritmi, con i tre protagonisti sempre in scena in un mirabile gioco ad incastri. Una commedia snella, veloce e divertente come vuole il teatro degli equivoci dove il passo svelto e giocoso non deve mai venir meno.
Che atmosfera si respira a lavorare con attori del calibro di Renato Liprandi e Olga Manca, nonché sotto la guida di Antonio Valleggi, autore a te molto caro?
Viste le premesse, la nostra è sicuramente un’atmosfera di amicizia. Tuttavia, questo non inficia assolutamente la professionalità che ognuno di noi porta in scena per onorare al meglio questa produzione.
Sarete in tournée anche in altre città d’Italia?
L’obiettivo è quello di girare per due anni. Le date di novembre sono il primo step e vorremmo toccare tutto il territorio italiano. Borgaro Torinese – quindi – è semplicemente l’inizio di una lunga avventura.
Tu sei stato il primo in Italia a registrare il sold out, riproponendo le murder dinners tanto care al pubblico anglosassone. Dopo oltre vent’anni, come ti senti a rivestire i panni dell’ispettore Tourbillon e come pensi sia cambiata la risposta del pubblico?
Hai ragione, io sono stato pioniere in Italia dell’unire teatro in sala e ristorazione. Devo dire che negli anni la risposta della gente è radicalmente cambiata. In modo positivo, ovviamente, perché il pubblico si è educato a questo tipo di connubio, con un atteggiamento propositivo atto a far parte del gioco. Ci abbiamo lavorato a lungo, in modo da consentire al pubblico di recepire pienamente lo spirito delle serate trascorse con il mio ispettore Tourbillon.
Intervista a cura di Emanuela Borgatta Dunnett