“Alternaïf”, è il nuovo disco dei Pipers, band formatasi a Napoli nel 2007, album anticipato dal videoclip del singolo “Follow the flow”. Siamo andati ad intervistarli per saperne di più…
Come è nata l’idea di base di questo nuovo album?
Semplicemente volevamo provare il brivido del terzo disco e capire se fosse o meno la prova più difficile. Non lo è.
Vedo che avete registrato autonomamente, avete fatto ricorso a qualche tecnica particolare?
Semplicemente strumenti analogici e digitali, con una lavorazione su nastro magnetico effettuata in fase di mastering.
Avete usato solo strumenti suonati al momento oppure avete fatto pure ricorso a file midi e plugin digitali?
Non abbiamo usato file midi, ma sicuramente al giorno d’oggi l’uso di plugin digitali è una componente essenziale e anche molto frequente nella realizzazione di dischi.
Ormai avete quasi dieci anni di carriera alle spalle, potete fare un primo bilancio?
Il bilancio è il seguente: non importa quello che fai, o almeno importa fino a un certo punto. È fondamentale avere intorno un team che amplifica e potenzia le tue potenzialità. Partendo da questo, bisogna sempre agire presupponendo che sia solo tu l’artefice del tuo destino artistico.
Quali sono gli artisti che più hanno influenzato il vostro ultimo lavoro?
Sufjan Stevens, Travis, Elliott Smith, The Low Anthem, Iron & Wine.
Avete suonato anche all’estero, come è stata l’esperienza?
Felice. Sembra non venga data molta importanza alla tua provenienza. C’è un affascinante alone di mistero esotico che ti avvolge ma viene visto come qualcosa che ti rende particolare e non un limite. Il pubblico ha finora sempre risposto bene.
Avete già in programma un tour fuori dall’Italia?
A febbraio siamo in Germania, Francia e Lussemburgo.