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Foto: Laura Sgherri

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No New – Antonio Ciulla ci racconta “La migliore età” dei Violacida

I Violacida sono un quartetto toscano, di Lucca, composto da Antonio Ciulla (tastiera, chitarra, voce), Luca Modena (chitarra), Francesco Renieri (batteria) e Gionata Rossi (basso). Ora ci (o si) presentano (con) La migliore età, il loro secondo lp, uscito lo scorso 28 ottobre per Maciste Dischi.

Antonio gentilmente ci ha parlato del percorso della band e di come hanno fatto questo bel disco.

Qui, cari poveracci, storie non mancano, sì che si gode la migliore età anche con filosofia! 🙂

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Com’è nata l’idea per i Violacida nel 2010 e come è avvenuto il cambio di formazione?

Antonio: Il gruppo è nato perché io e Luca da tempo scrivevamo canzoni e desideravamo formare un gruppo. L’abbiamo fatto per dare sfogo a quello che scrivevamo, senza pensare ad un genere o ad una poetica precisa. Da tempo, pur conoscendoci ancora molto poco, parlavamo di mettere su un progetto insieme. Non so dirti bene perché, visto che non ascoltavamo precisamente la stessa musica. Sentivamo che dovevamo unirci e provare a fare qualcosa seriamente. Abbiamo coinvolto Francesco, che già suonava la batteria in un altro gruppo con Luca, e da lì siamo partiti. Fino a un anno e mezzo fa al basso avevamo Elia, con il quale abbiamo registrato il nostro primo disco (Storie mancate del 2013) e, dal 2015, abbiamo ingaggiato Gionata.

Com’è stato il lavoro di composizione e registrazione per La migliore età?

Antonio: A partire dal 2013/2014, poco dopo l’uscita del nostro primo album, sia io che Luca abbiamo iniziato a tirare giù delle delle canzoni che, il più delle volte, registravamo in casa. Abbiamo inviato tutto il materiale a Manuele Fusaroli, già produttore artistico dei nostri lavori precedenti e, a partire dai primi mesi del 2015, abbiamo iniziato a registrare il disco. Parte dei provini che avevamo registrato in casa sono stati scartati mentre alcune canzoni, come Il fiume, Occhi chiusi e Cos’è una distrazione, sono nate durante il lungo periodo di registrazione, nei mesi di stacco in cui tornavamo a casa. Per molti pezzi abbiamo riutilizzato alcune tracce che avevamo registrato nei provini. Per altri, come Canzone della sera, abbiamo fatto un lungo lavoro in studio di arrangiamento.

E l’ incontro con Manuele Fusaroli?

Antonio: Risale al 2011, per la registrazione del nostro ep di quattro pezzi Siamo tutti poveracci. Manuele aveva registrato e prodotto dischi come Andate tutti affanculo degli Zen Circus e Canzoni da spiaggia deturpata delle Luci della centrale elettrica che, a distanza di tempo penso di poterlo affermare, sono tra i dischi più influenti della musica italiana degli ultimi dieci/quindici anni. Noi gli abbiamo semplicemente inviato una mail, con allegato alcuni nostri provini, per sapere se era interessato a produrci un’ep. Da quel momento è inziato un percorso di collaborazione che ci ha portato a registrare con lui due dischi.

Cosa il crowdfunding vi ha portato di diverso rispetto a Storie mancate? Se avete già cucinato o suonato per i sostenitori, com’è andata?

Antonio: Di diverso in confronto a Storie mancate c’è stato il fatto di esserci sentiti meno soli.
Ancora dobbiamo finire di “ricompensare” alcuni nostri sostenitori, che non smetteremo mai di ringraziare, e che presto sapranno qualcosa di più. Con la promessa che, chi si è meritato una cena, non ne rimarrà deluso.

Che ne dite se vi chiedo di far ripartire violacida.it, riprendere il blog o aprire una pagina su bandcamp?

Antonio: Ti diciamo “Si, hai ragione”. Il problema è in realtà che siamo pigri nell’anima e quindi, poi, va a finire che non lo facciamo. Però dovremmo.

Voglio vedervi suonare, è previsto un tour per promuovere La migliore età?

Antonio: Si, c’è un calendario che è in costante arrangiamento. Questo mese suoniamo un po’ ovunque come Roma, Bologna, Rieti e Prato. Tutte le date si possono trovare sulla nostra pagina Facebook.

Il temporale potrà mai gonfiare altro che il fiume dentro noi stessi?

Antonio: Il temporale, anche se violento e lunghissimo, è necessario per farci fiorire e, in qualche modo, rinascere. È un qualcosa che ci induce a riflettere e magari cambiare. E’ per questo che nel disco urliamo andiamo a berci un po’ di questo temporale.
Alla tua domanda, infinitamente contorta e in pieno stile Marzullo, rispondo sì. Se non piove mai, il fiume tende a seccarsi e diventa impossibile lasciarsi catturare dalla corrente.

 

Intervista a cura di Cesar Zanin per NonsenseMag.

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Nato a São Paulo nel 1975, cittadino italiano via Jus Sanguinis. Traduttore (En-Br/It-Br/En-It), musicista e busker, scrittore (vivendo un pò alla Bukowski o Fante), studente (ora in Erasmus presso l'Unipg). Amante di cosmologia, dello zaino in spalla, del vino (poco costoso) e della signorina (con moderazione). Umanista/progressista, fisicalista/naturalista. Fiero amatoriale.

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