Arrivano dal cuore della Sicilia, ma parlano una lingua universale. Con “They Can’t Cage the Light” i da Black Jezus si affermano come una delle più accattivanti band italiane.
Egle Taccia li ha incontrati per scambiare quattro chiacchiere sull’album e sui loro nuovi progetti.
È passato quasi un anno dall’uscita di “They Can’t Cage the Light”, avete già cominciato a fare qualche bilancio?
Fare bilanci è un compito arduo e rischioso, soprattutto nel nostro campo. Di certo, andare in tour porta in dote un bagaglio importante di esperienza, artistica e umana, carburante che alimenta nuove creature artistiche.
Qual è il messaggio che volete far arrivare a chi ascolta il vostro album?
La necessità della luce, la sua resilienza, nonostante il buio odierno, etico, politico. La luce ha l’odore e il colore della resistenza. La musica come testimonianza, scudo e pugno.
Qual è stata l’ispirazione per i suoni del disco, che sembrano tanto lontani dalla musica nostrana?
Mi viene in mente il concetto di mescolanza, che è apertura all’altro, il prezioso dono della ricchezza umana altrui e, attraverso il suo scambio, la piena legittimazione della nostra. Pensiamo che gospel, Bristol Sound, delta blues e “Il Grande Nulla” della provincia siciliana possano essere tenuti insieme col più miracoloso dei collanti: la musica.
La vostra idea iniziale era quella di rivolgervi a un pubblico internazionale, by-passando il nostro Paese? Eppure anche qui da noi avete avuto un notevole riscontro di pubblico e critica, tra l’altro partendo dalla Sicilia, impresa non semplicissima…
All’ampiezza numerica delle “piazze” preferiamo l’attitudine alla profondità, all’onestà. Che un fan sia connazionale o straniero non fa alcuna differenza. Il mantra è andare in profondità, per rimanere. L’ottimo riscontro di pubblico e critica ci gratifica e ci induce a pensare di aver imboccato una buona strada, seppur ardua.
Vi siete mai sentiti musicalmente ingabbiati nella vostra terra?
Spesso, a dire il vero. Ma creare suono è stato di necessità, e non sarà la più o meno conveniente collocazione geografica a poterlo inibire, o ingabbiare.
Avete già in cantiere un nuovo album?
Sì, ma prima e presto arriverà dell’altro materiale.
Domanda Nonsense: Qual è il vostro animale guida?
Matteo Salvini. Decisamente un animale, guida un po’ meno.