Origine è il titolo dell’album che dà il via alla carriera solista di Emanuele Montesano. Due cover e sei brani inediti nei quali troviamo considerazioni sulla vita e su esperienze vissute o solo osservate dal cantante e compositore originario di Sapri.
“Origine” rappresenta l’inizio di cosa?
Dopo aver avuto tante band (con cui ho inciso anche degli album) ho deciso di dare inizio a un cammino da solista, per dar sfogo alle mie idee senza condizionamenti e cercare una mia chiave musicale: per questo “Origine”, come una mia nuova origine, più personale e distaccata dal mio passato “corale”.
Dopo l’esperienza all’interno di diverse band cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera da solista?
Ciò che mi ha spinto a dare un taglio netto con quei progetti sono stati i continui litigi, i diversi punti di vista sulla musica: chi pensava a far colpo sulle ragazze, chi ai soldi, chi entrava in competizione con altri musicisti, ecc. Per me la musica è altro: passione, condivisione, aggregazione e comunicazione.
Tra i brani presenti nell’album mi ha incuriosito la genesi di “Never End”, ti va di raccontarcela?
“Never end” è il brano dell’album che ha l’origine più strana. Si avvicinava il compleanno del ragazzo di una mia amica e, per l’occasione, lei pensò di regalargli qualcosa di speciale: prese di nascosto una poesia scritta da lui e mi chiese di provare a “musicargliela”; già dai primi accordi le piacque e decisi di inserirla nel mio album.
Sei di quegli artisti che gira sempre con un taccuino per non farsi cogliere impreparato da un momento di ispirazione?
Inizialmente sì, poi mi sono “modernizzato” registrando le melodie che avevo in testa con il cellulare; oppure, i pensieri, nell’agenda, sempre del cellulare.
A che età hai cominciato a suonare?
Ho iniziato dagli otto anni a “suonicchiare” sul pianoforte dei nonni. Poi, man mano, dal suonare ad orecchio sono passato a leggere gli spartiti con i primi studi di chitarra, piano e canto. Nella mia famiglia sono in tanti ad aver studiato musica.
Domanda Nonsense: Che vino ci consigli per accompagnare l’ascolto di “Origine”?
Uhm, vediamo… so bene che di solito non si mischiano rosso e bianco durante una bevuta, ma io dividerei l’album in due tipologie di vini: la prima parte, che è più vivace, la accompagnerei ad un bell’Aglianico; la seconda la legherei ad una Falanghina.
Intervista a cura di Cinzia Canali