Da venerdì 18 Ottobre è disponibile il nuovo singolo di Valentina Livi, dal titolo “L’assurda felicità” e che anticipa il suo primo Ep sul quale è attualmente al lavoro con il produttore Francesco Tosoni. L’abbiamo incontrata per farci raccontare qualcosa su di lei e sulle sue passioni, buona lettura!
L’assurda felicità è il singolo che anticipa l’uscita del tuo primo EP: di cosa parla?
Smettere di vivere nel passato, le cose successe sono successe, non puoi cambiarle, puoi solo conviverci e pensare che sei quello che sei anche grazie a quelle. È un invito ad amare il presente, senza far finta che vada tutto bene, senza aver paura di mostrare le proprie fragilità.
Cosa puoi anticiparci in merito al tuo debutto? Quale sarà il filo conduttore dei brani contenuti nel disco e quali sonorità lo caratterizzeranno?
Il filo conduttore penso siano i temi e la scrittura. Parlo molto di me, delle mie sensazioni, della morte, del passato, del sentirsi sempre di troppo, non abbastanza, della rabbia. Come sonorità voglio avvicinarmi molto ad un ambient epico come può essere quello dei Sigur Rós, però, in realtà, ci saranno anche altre sfaccettature, non avrà solo un suono, sono ancora alla ricerca del mio e unico suono e quindi sperimento.
A diciassette anni hai partecipato a X-Factor: cosa ti è rimasto di quella esperienza?
Il ricordo di Napoli, bellissima. È stato come se il tempo andasse più veloce, sono volate tutte le fasi del programma e mi sono divertita molto anche perché con me c’era sempre mia madre visto che ero minorenne. Ringrazio questa esperienza perché mi ha spaventato e mi ha reso consapevole. Non volevo passare per un oggetto senza personalità e subito dopo esser stata eliminata ho iniziato a scrivere e studiare musica con tutta me stessa.
Oltre alla musica, l’altra tua grande passione è il calcio: raccontaci di come e quando è nata.
A 4 anni mia mamma mi vedeva sempre col pallone e, da donna intelligente, ha capito subito che ero portata e non si è fatta problemi sul fatto che fosse uno sport per maschi. Mia mamma ha sempre avuto una mente aperta. Appena compiuti i 6 anni ho iniziato nella squadra del paese e da lì non ho mai, mai smesso. Amo il calcio. A 14 anni avevo l’occasione di entrare in serie A, ma sapevo che mi sarei dovuta trasferire e che avrei dovuto lasciare il liceo musicale che frequentavo a Pesaro e per la prima volta mi sono trovata a scegliere tra gli amori della mia vita. Ho scelto la musica, continuando a giocare a calcio nella mia città.
Domanda nonsense: oggi la musica italiana, secondo te, vince, perde o pareggia? E perché?
È in una fase di pareggio, dipende da noi emergenti se farla vincere, ma anche dagli esseri umani. La gente ha così poca voglia di ascoltare e pensare, che mi spaventa. Il trash sta prendendo molto piede, sia nella musica che nel quotidiano, ma spero sia solo una fase. Nella vita c’è bisogno di cultura e anche di pesantezza, non è una passeggiata vivere, è inutile far finta che lo sia. Chiedo solo a chi crede ancora nei messaggi importanti di non arrendersi di fronte alla pochezza che ci deprime anche perché ci viene sbattuta in faccia come se fossimo la maggioranza ma non è così, è solo che noi siamo più silenziosi e abbiamo più pudore.
A cura di Laura De Angelis