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No New – L’Uomo meccanico degli Earthset

La pubblicazione de “L’uomo meccanico”, nuovo lavoro degli Earthset, è la tappa conclusiva del lungo percorso che la band bolognese ha portato avanti per quasi due anni. Li abbiamo incontrati per farci raccontare meglio questo interessantissimo progetto.

Cominciamo dalle presentazioni: chi sono gli Earthset?

Earthset è il nome del progetto a cui abbiamo dato vita circa otto anni fa. Noi siamo Luigi, Costantino, Emanuele ed Ezio. Ci siamo conosciuti tramite un incrocio di annunci online a Bologna, dove ognuno di noi frequentava un diverso corso di laurea all’Università. Tutti fuori sede, tutti del 1990, tutti con la voglia di dar vita a un gruppo per la scrittura di inediti…una serie di coincidenze che ci ha sicuramente agevolato nel trovare una quadra tra le nostre diverse personalità.  In questi otto anni molte cose son cambiate nelle nostre vite e nel percorso della band, tra cui un LP, un EP, diverse date in Italia e qualche affaccio all’estero. Al di là dei cambiamenti anche sul versante musicale abbiamo cercato di rimanere fedeli a un certo modo di intendere quel che facciamo, che poi è lo spirito del progetto e si ritrova nel suo nome. “Earthset” è un fenomeno che si può osservare dalla luna, letteralmente il “tramonto della terra” visto dal suolo lunare. È un’immagine che ci ha colpito, ispirato e in cui abbiamo visto quell’inversione prospettica che ricerchiamo nel nostro fare musica.

A fine gennaio è uscito “L’Uomo Meccanico”, raccontateci di cosa si tratta.

“L’Uomo Meccanico” è anzitutto un film italo-francese del 1921 nel quale ci siamo imbattuti nel 2018 nell’ambito del workshop Soundtracks del Centro Musica di Modena curato da Corrado Nuccini (Giardini di Mirò). La pellicola ha una storia travagliata, è uno dei tanti film persi e ritrovati dei primi del ‘900, restaurato dalla Cineteca di Bologna. Oggetto del workshop era la composizione di una colonna sonora/sonorizzazione da eseguire dal vivo per un frammento cinematografico d’epoca. A noi è stato assegnato proprio “L’Uomo Meccanico” in collaborazione con un altro artista, Luca Maria Baldini, attivo nell’ambito della musica elettronica. Noi abbiamo fatto la seconda metà della pellicola e Luca la prima, cercando di integrare i nostri due mondi in modo convincente. Terminato il workshop abbiamo pensato di proporre lo spettacolo dal vivo.  Abbiamo ottenuto l’appoggio della Cineteca di Bologna che ha approvato il nostro progetto di organizzare delle repliche e si è resa partner ufficiale del tour. “L’Uomo Meccanico” è così diventato un cine-concerto, uno spettacolo in cui si intersecano cinema d’epoca e musica dal vivo. Ragioni logistiche, oltre alla voglia di completare il lavoro artistico sulla pellicola, hanno imposto a noi e Luca di renderci reciprocamente autonomi per il grosso delle date, anche se ove possibile abbiamo proposto la colonna sonora insieme. Il tour del 2019 ha avuto un’accoglienza che non ci saremmo immaginati, ci ha portato su diversi palchi nazionali e in festival di cinema di altissimo profilo anche internazionale, tra cui Pesaro Film Festival e Les Rencontres du Cinéma Italien di Grenoble. Il tutto, peraltro, è stato totalmente organizzato da noi senza intermediari o agenzie. Qui inizia l’ultima metamorfosi de “L’Uomo Meccanico”. La buona risposta sul progetto in termini di date e l’entusiasmo del pubblico che registravamo anche per la parte prettamente musicale del cine-concerto ci ha spinto a considerare l’idea di dare veste discografica alla nostra colonna sonora. Determinante sul punto è stata la spinta di Nicola Manzan (Bologna Violenta). Nicola è stato nostro tutor durante Soundtracks e si è da subito instaurato con lui un ottimo feeling. Quando gli abbiamo proposto la cosa ci ha incoraggiato molto e si è interessato in prima persona al progetto con la sua Dischi Bervisti. Un’altra collaborazione importante è stata per noi quella con Koe Records di Demetrio Sposato, batterista dei Cani dei Portici, una band di Bologna che stimiamo molto e con cui abbiamo un ottimo rapporto di amicizia. A riprova di ciò diciamo solo che Claudio Adamo, altra zampa dei Cani dei Portici, è l’autore delle registrazioni, mix e master del disco. Se “L’Uomo Meccanico” vi suona bene è in gran parte merito suo. Quindi “L’Uomo Meccanico” è oggi un disco. Non era nei piani, non lo avevamo programmato, ma ci dicono che spesso le cose migliori nascono così.

Come sta andando la promozione?

Ad essere onesti siamo contenti nel vedere che a livello di recensioni il lavoro sta piacendo e in generale suscita curiosità e attenzione. Tuttavia la situazione determinata dal Coronavirus sta limitando fortemente la nostra possibilità di fare promozione. Per quanto il disco, secondo noi, si regga molto bene anche senza la parte video, come abbiamo detto, “L’Uomo Meccanico” nasce come prodotto discografico che s’è guadagnato la pubblicazione sul campo, e il nostro campo sono i concerti, o meglio i cine-concerti. Senza quelli è molto difficile promuovere adeguatamente questo lavoro.
D’altro canto la situazione impatta su tutti e a fronte di quel che sta succedendo non è poi un così grave dramma dover rinviare date o rallentare sulla promozione. Ovviamente ci spiace, inutile nasconderlo. Ma in musica le pause sono essenziali e il silenzio stesso è parte fondamentale di una partitura per incorniciare melodie e dare slancio emotivo. Ci sarà dunque tempo per recuperare e ripartire con più slancio, noi confidiamo in questo.

Ho letto che alla serata inaugurale del Soundscreen Film Festival di Ravenna avete avuto la possibilità di suonare insieme al regista Abel Ferrara: come è andata?

In realtà anche quello è stato un piacevole fuori programma. Era la serata inaugurale del Soundscreen Film Festival, noi portavamo “L’Uomo Meccanico” come evento di apertura e Abel presentava “Alive in France” subito dopo il nostro cine-concerto. Mentre stavamo facendo il soundcheck Abel è venuto a sentire e si è subito entusiasmato all’idea di avere dei musicisti in loco, una vera band in full set.
Ci ha quindi chiesto di suonare con lui alla fine della proiezione di “Alive in France”. Niente prove, niente di preparato, ma è andata e a dirla tutta è stato molto divertente.

Domanda Nonsense. L’uomo meccanico è muto ma la musica squarcia il silenzio, eppure, ci sarà una musica che dovrebbe sempre “tacere”: quale, secondo voi?

Qualsiasi musica che non metta in discussione l’esistente.

A cura di Laura De Angelis

 

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