Tra me e il mare è il nuovo disco, autoprodotto, di Maria Lapi. Otto brani (più la rilettura di una canzone cantata da Mina) apparentemente leggeri, ma che in realtà necessitano di un ascolto più attento per essere pienamente recepiti ed apprezzati.
Per chi fosse interessato, sabato 21 ottobre, al Campo Teatrale di Milano, ci sarà la presentazione live di questo nuovo lavoro.
“Tra me e il mare”, il tuo nuovo album, è uscito da pochi giorni. Raccontaci cosa rappresenta per te questo mare.
Quando parlo di mare parlo di tante cose. Parlo certamente del mare come meraviglia della natura che mi regala momenti di incanto puro, come racconto nel brano “Stregata dalla luna”. Ma soprattutto parlo di mare come del luogo “magico” che ognuno di noi ha dentro di sé, quel posto che abita nel nostro cuore e che possiamo raggiungere ovunque ci troviamo, in città, nella nostra stanza. Parlo di quei momenti in cui ci mettiamo davvero in contatto con la nostra natura e con chi siamo veramente, senza maschere, senza sovrastrutture. E questa magia ci può regalare la possibilità di vivere un vita più leggera, più libera, impreziosita da una leggerezza che non è superficialità perché è una vera conquista.
Nella tracklist troviamo la cover di “Conversazione”, brano scritto da Antonio Amurri e dal maestro Bruno Canfora per Mina. Come mai questa scelta?
Semplicemente perché è un brano che adoro, perché con ironia e arguzia racconta di un argomento che sarà sempre attuale: il diverso approccio che hanno uomini e donne nel vivere le cose, in particolare la mancanza di dialogo che può subentrare nella vita di coppia. Mina l’aveva interpretata in modo magistrale, inarrivabile…io mi sono divertita a cantarla a modo mio, sull’arrangiamento di Samuele Rampani e Mattia Boschi, che si sono divertiti a intrecciare diverse linee di violoncello.
Ascoltando “Bucce di limone”, l’immagine che arriva subito alla mente è quella della tua terra, la Puglia. Ci sono luoghi di questa regione da cui trai particolare ispirazione?
In realtà l’unica immagine che ho davvero rubato alla meravigliosa Puglia sono i limoni della casa dei miei genitori, che mi inebriano con il loro profumo e il loro colore luminoso e vitale. Ma i colori del mare sono colori che ho afferrato ovunque, non solo in Puglia, ma anche in Sardegna, in Liguria, in giro per il mondo…è davvero un luogo che a me regala incanto e pace e che vorrei in ogni mio giorno.
Le tue canzoni raccontano la quotidianità, l’alternarsi di momenti piacevoli e di altri più dolorosi, ma sempre permeati da una leggerezza che definirei salvifica…
Sono felice che sia arrivato questo messaggio: è il filo conduttore di questo disco, che vuole essere un inno alla leggerezza. Cercare di diventare ciò che siamo davvero può regalarci la possibilità di vivere una vita più leggera, più libera, impreziosita da una leggerezza che non è superficialità perché è una vera conquista. Come direbbe Italo Calvino, quella leggerezza che è “un planare sulle cose dall’alto, senza macigni sul cuore”. Sottoscrivo ogni parola di questo scrittore geniale.
Il tuo rapporto con la chitarra?
Non mi definisco una chitarrista, strimpello quanto basta per scrivere le canzoni e per suonare dal vivo. Ho cominciato a suonare verso i 12 anni per accompagnare il mio canto… cantare è per me il modo di comunicare più autentico, il canto è il mio posto magico.
Domanda Nonsense: Sei una da viaggio zaino in spalla o da trolley che non vuole chiudersi?
Che domanda deliziosa!!! Per me dipende dal viaggio che faccio…i miei viaggi più belli sono stati con uno zaino in spalla, in genere più grande di me, visto che sono minuta. Però non posso negare che nei miei viaggi più ordinari, nei weekend lunghi, spuntano anche trolley zeppi di cose inutili. Ma se c’è una cosa che ho imparato dalla vita, e che mi piace esplorare sempre di più, è che ognuno di noi ha dentro di sé tutto e il contrario di tutto. Sta solo a noi accettare le nostre contraddizioni e il nostro continuo divenire.
Intervista a cura di Cinzia Canali