Tutti almeno una volta hanno provato ad avvicinarsi alla propria coscienza, al proprio inconscio. Ecco la band nata dal dialogo tra James e il suo “Es” Freudiano, l’istinto primordiale.
Il trio di recente formazione, ha dato vita al primo album “Plastic Fantastic”. I loro brani seguono un articolato flusso di coscienza. Creano così la caratterizzazione di tutti i pezzi, che incontrano diversi generi musicali.
Tre produttori con tre background differenti. Come siete arrivati a formare il gruppo “James and The Butcher”?
Gio: La prima volta che ci incontrammo tutti e tre fu per un lavoro musicale che nulla aveva a che fare con James and the Butcher. Suonando e sperimentando ci siamo accorti che le nostre influenze si combinavano piuttosto bene e quindi iniziammo a condividere idee che sono ora sfociate in “Plastic Fantastic”.
Il trio è un dialogo tra James e il suo inconscio. Che importanza ha per voi la teoria Freudiana?
The Butcher: Non più di altre teorie: sono solo modi in cui l’uomo tenta di superare il senso di assurdità e spiegare un mondo che non può comprendere fino in fondo.
Parlando di “Butcher”, che ruolo ha la sua figura nel trio?
The Butcher: Be’… Principalmente suona le tastiere! In realtà tutti portiamo una maschera perché siamo persone. Lui ha il coraggio di ammetterlo!
“Plastic Fantastic” è il nuovo album. Da cosa nasce?
Gio: “Plastic Fantastic” nasce dal rigetto per una società fittizia e plastica come la nostra. Se nelle canzoni si parla di inconscio, “Plastic Fantastic” è l’estremo opposto: il contesto sociale in cui siamo inseriti… Allo stesso tempo è un’esortazione a godersela prima che ci ingoi del tutto.
Riguardo il singolo “The invisible boy”, secondo voi l’invisibilità è una non-condizione che può far perdere il senso della propria vita?
The Butcher: Al contrario. In un mondo in cui l’esposizione della propria vita fin nei dettagli più insignificanti è diventata un’ossessione, l’invisibilità, se è una scelta e non una condizione obbligata, diventa una salvezza.
Per questo album vi siete ispirati a qualcosa o qualcuno? Ci sono delle influenze?
James: Il disco è attuale ma molto eterogeneo, perché ci piace sperimentare. Le influenze sono davvero tante, ogni pezzo ha un percorso ed una storia diversa… Così ci divertiamo a rendere difficile il lavoro ai catalogatori ed ai critici.
Domanda Nonsense: secondo voi il viaggio mentale nell’inconscio si fa in aereo, in treno o in nave?
Gio: Il viaggio nell’inconscio si fa nella doccia
Intervista a cura di Federica Fallacara