Si chiamano Trerose, amano la musica pop-rock contagiata da sonorità più scure e psichedeliche. Si sono formati nel 2015 e da poco hanno pubblicato la loro opera prima, Pop Noir.
Cinzia Canali ha fatto quattro chiacchiere con Eleonora, Pino e Fabiano.
TREROSE: mi raccontate il significato di questo nome e soprattutto cosa rappresenta per voi la rosa?
Beh, il numero tre indica appunto quanti siamo ed inoltre racchiude una serie di significati tra scienza, magia, fede e mistero.
E la rosa?
Un fiore sofisticato, regale ma allo stesso tempo molto popolare e diffuso. Pieno di varietà e colori come la nostra musica e come il pop stesso. Ed anche l’effigie di un patto a tre dato che la rosa è un antichissimo simbolo di segreto e riservatezza.
Sub rosa dicta velata est (ciò che viene detto sotto il vincolo della rosa deve restare segreto).
Pop dalle sonorità scure in un disco tendenzialmente cupo, ma che, al contempo non smette di brillare. Qual è stata la genesi di questo lavoro?
Il titolo “ Pop Noir “, presuntuosamente , prova a definire un perimetro entro cui la gioia della melodia popular si veste di scuro. È un lavoro che nasce nella cosiddetta solitudine di una stanza e dalla voglia di condividere con degli amici una serie di idee, spunti, testi per arrivare con gradita fatica a pubblicare il nostro primo album dopo neanche tre anni dalla nascita del progetto Trerose. Una tappa fondamentale è stata sicuramente aver fatto ascoltare il nostro demo casalingo ad Umberto Maria Giardini che è riuscito ad indirizzarci sulla giusta via, tirando fuori l’essenza del sound.
Una profonda, intima introspezione ed il disincanto sono sicuramente i temi principali ed ispiratori delle canzoni. Speranze ed aspettative deluse. L’agognata crescita e la lotta contro lo scorrere del tempo.
Con animo allegro e spensierato però. La ricerca dell’arte, del bello, della propria musica riempiono la vita di piaceri ed emozioni che regalano luce agli attimi bui.
Alla produzione artistica Umberto Maria Giardini, indubbiamente un poeta della scena musicale italiana. Com’è stato lavorare con un’anima come la sua?
Affascinante, piacevole, facile, divertente, istruttivo ………. Si capisce che ci siamo trovati bene?
Umberto ha una sensibilità e padronanza melodica impressionante. Una capacità di trovare la nota o la parola giusta nel momento giusto che lascia sbalorditi. Il lavoro in sala prove e in studio di registrazione è stata una esperienza divertentissima anche grazie a lui che è una persona intelligente, semplice ed ottima… forchetta!
Esiste ispirazione senza malinconia?
La malinconia è buona compagna della solitudine che aiuta sicuramente la concentrazione ma l’ispirazione è difficile da definire e può formarsi nelle più inaspettate circostanze .
Nel nostro caso è però evidente che il buio dell’anima o un meno estremo senso di sospensione siano parte integrante di tutto il nostro percorso compositivo.
Cosa vedete nell’orizzonte prossimo?
Abbiamo tantissimo materiale su cui lavorare, fortunatamente. Dalle nuove canzoni ai concerti passando per la possibile realizzazione di un nuovo video.
Domanda Nonsense: la notizia che vorreste ascoltare al prossimo telegiornale?
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In scena : Aida
Direttore d’orchestra : Giuseppe Verdi!