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No New – Rotazione Rivoluzione, il letargo dei Malmö è finito

Malmö è una meta, un posto lontano da raggiungere. I Malmö non sono solo una band post rock, i Malmö sono un viaggio lento, senza fretta. Letargo è il loro nuovo singolo e anticipa l’uscita del secondo album dal titolo Rotazione Rivoluzione, prevista il 10 gennaio per XO la factory.

Rotazione Rivoluzione è il secondo capitolo della vostra storia artistica: cosa è cambiato e cosa è rimasto uguale rispetto a Manifesto della chimica romantica?

“Manifesto” è il classico disco d’esordio, nel quale abbiamo cercato di affermare il nostro stile, senza compromessi. Con “Rotazione Rivoluzione” invece abbiamo allargato gli orizzonti, lasciando ancora più spazio alla classica forma canzone, mettendoci anche più in gioco, sia come gruppo che come singoli elementi. Per quanto concerne i testi, abbiamo esplorato nuovi argomenti, sia personali che sociali, forse più cupi in alcuni frangenti rispetto alla visione positiva di quelli del primo disco. Ciò che resta intatta è la cura per i dettagli, la scelta delle parole, la ricerca dei suoni e delle atmosfere.

Il vostro linguaggio musicale per cosa, a vostro avviso, si contraddistingue?

In un mondo che ha fretta di tutto anche la musica ormai si è adeguata a questi ritmi. Il nostro obiettivo, da sempre, è stato quello di trascinare gli ascoltatori nel nostro mondo, a volte sognante, a volte rude e d’impatto, ma sicuramente lento e bisognoso dei suoi tempi.

Come è nata la collaborazione con Massimo De Vita? E che ci dite di Birgir Birgisson, storico tecnico dei Sigur Rós?

Con Massimo è nato tutto da un format a cui abbiamo partecipato qualche anno fa. Si parlava di libri che avevano ispirato canzoni con una performance acustica di un brano. Dopo l’ascolto di “Jules Verne” (brano di “manifesto”)  ci scrisse immediatamente proponendoci una collaborazione. Da quel momento, abbiamo praticamente lavorato fianco a fianco a tutte le nostre produzioni ed è nata anche un’amicizia profonda. Per quanto riguarda Biggi, aveva già lavorato al mastering di “Manifesto” ed è stato assolutamente naturale affidargli anche questo disco.  È una persona molto gentile e, nonostante abbia lavorato a dischi che hanno fatto la storia del post-rock, ha dedicato molta attenzione e dedizione al nostro progetto.

Quali sono i vostri riferimenti musicali?

Indubbiamente i più blasonati gruppi post-rock, come gli Explosions in the Sky, i Sigur Ros, i Mogwai, ma anche cose che hanno in qualche modo segnato i nostri percorsi. Il grunge di Seattle, l’Indie dei primi anni 2000, Battisti, Dalla, ma anche le band storiche italiane come i Marlene e gli Afterhours.

Domanda Nonsense: rotazione e rivoluzione fanno rima anche con…?

Sperimentazione! Forse è la prima cosa che ci viene in mente, ma, cercando invece di dare un senso a questa risposta, ti diciamo che abbiamo lavorato ad una nostra visione del post-rock nel 2020, infrangendo anche qualche canone ben consolidato, come la durata dei brani che in “Rr” sono decisamente più brevi e alla centralità della forma canzone nella visione più tradizionale della stessa.

A cura di Laura De Angelis

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