Trasformare grandi problemi in grattacapi, è questa la capacità di Alfonso, moniker di Valerio Savini, giovane cantautore e musicista lodigiano. In attesa del primo album, che vedrà la luce in autunno, è appena uscito Son contento, brano che, con una giusta dose di ironia, parla dell’incomunicabilità causata soprattutto dall’uso errato dei social.
Tra tanti nomi disponibili, perché proprio Alfonso?
Ciao Cinzia! Domanda facile facile, ho scelto Alfonso perché è il mio secondo nome. Ricordo che da piccolo chiedevo ai miei genitori di non rivelarlo a nessuno, mi vergognavo perché era “strano” per me. Allora dopo tutti questi anni ho deciso di usare quel nome strano per il mio primo progetto artistico.
Un singolo appena uscito, un disco che arriverà tra qualche mese, oggi sarai davvero contento…
Assolutamente sì! Sono tre anni che lavoro alle mie canzoni, mi sento come una mamma che ha appena visto i suoi figli diplomarsi. Dopo tanto lavoro finalmente c’è un obiettivo sulla lista appena cancellato perché da oggi puoi ascoltarmi!
Il brano parla di quella finta felicità causata in gran parte dalla mancata comunicazione vis-à-vis e dalla conseguente superficialità. Tu a che stadio di “isolamento” sei?
Sono in uno stadio irrecuperabile, purtroppo vivo parte della mia giornata utilizzando tastiere, cerco sempre di autocriticarmi, in pratica nel brano “Son contento” mi prendo in giro da solo. Appena iniziata questa rivoluzione tecnologica dei cellulari, chat, social network, ho fatto subito un uso spropositato dei miei nuovi apparecchi, fino a quando un giorno mi sono accorto di non riuscire più a scrivere bene con penna e foglio di carta…diciamo che da lì in poi ho cercato di mettermi uno stop, e mi esorcizzo con le parole “ESCI DA QUEL COSO, ESCII” e non succede nulla, subito dopo posto il selfie.
E del disco nuovo cosa puoi svelarci?
Sarà un concept album dal titolo “1 kg di problemi e due etti di insalata”, il disco parla di questo mondo perfetto dove sopra gli scaffali trovi tutti i prodotti ben allineati e con delle grafiche stupende. Ma vi siete mai chiesti come si sente il prodotto finito in fondo?
“1kg di problemi e 2 etti di insalata” parla di tutto quello che si vede da laggiù per ricordarvi che la vita da imperfetti è quella che vi portate a casa ogni volta che scegliete di essere voi stessi.
La tua passione per la musica com’è nata?
Credo che mi sia stata trasmessa dal papà, mi faceva ascoltare i suoi dischi in vinile per farmi passare i pomeriggi, invece che Action Man io volevo una batteria, o un pianoforte, una chitarra insomma qualsiasi cosa che mi facesse somigliare ad una rockstar la volevo per me!
Mia madre non cedette mai alle mie voglie dato che soffre molto di emicrania, mi tolsi da solo quella voglia irrefrenabile di suonare acquistandomi una batteria tamburo, era (forse) marrone (sicuramente) glitterata, conservo ancora lo scontrino, fantastica.
Domanda Nonsense: l’ultima canzone ascoltata prima di questa intervista?
Difficile da ricordare, con le cuffie in testa entro in un universo parallelo, credo che da buon sorcino abbia ascoltato Renato Zero – Per non essere così – Leoni si nasce 1984.
Intervista a cura di Cinzia Canali
