D’istanti è il titolo dell’album d’esordio di Barbara Vesce, cantautrice diplomata in Canto Jazz. Il disco, anticipato dal singolo “Il mio mondo”, vede la collaborazione di Lorenzo Petruzziello, arrangiatore della maggior parte dei brani.
Qual è il filo conduttore di “D’istanti”?
Il disco nasce dall’esigenza di condividere con il mio pubblico i brani che ho scritto negli ultimi anni. Da sempre la scrittura e la composizione sono state parti integranti del mio percorso artistico… Il centro focale della mia musica, lo spazio in cui poter raccontare senza misura la mia identità. I brani hanno come fil rouge il tempo, in ogni canzone c’è un rimando al tempo e a come esso stesso influenzi la nostra vita.
Come prendono vita le tue canzoni?
Trascorro molto tempo al pianoforte e, tra un esercizio e l’altro, spesso mi capita di lasciarmi andare, abbandonandomi alla creazione… ci sono momenti in cui le mie canzoni nascono così per caso, altri in cui sento la necessità di tradurre in musica uno stato d’animo o un’emozione che mi coinvolge. Proseguire è spontaneo, la fase successiva, quella dell’arrangiamento, è un po’ più ragionata e studiata, ma di solito le mie canzoni già sanno che abito indossare!
“Il mio mondo” è il primo singolo estratto dal nuovo disco. Perché hai scelto proprio questo brano?
“Il mio mondo” è il mio manifesto, in questo album che è stilisticamente perlopiù pop, ho deciso di farmi rappresentare da questo brano: leggero all’apparenza, ma che contiene tante indicazioni per toccare con mano il mio mondo appunto… quel mondo fatto di piccole cose, dove la magia e la sensibilità la fanno da padrona.
Sei molto attenta alla formazione. Hai studiato canto sin da bambina, ti sei diplomata al conservatorio in “canto jazz” e continui ancora oggi a partecipare a diverse masterclass per tenerti sempre aggiornata. Quanto contano per te studio e preparazione?
Sì, ho dedicato e dedico davvero molto tempo allo studio, un buon musicista, dopo aver fatto i conti con il proprio talento o meglio una volta che ha riconosciuto dentro di sé questo desiderio irrefrenabile di vivere di e per la musica, deve necessariamente studiare e conoscere al meglio il proprio strumento. Non è solo una questione di preparazione e di conoscenza, oltre all’aspetto meramente didattico il musicista ha bisogno di interagire, confrontarsi con altri musicisti e per comprendersi deve ovviamente parlare la stessa lingua dei suoi colleghi. Il cantante purtroppo di frequente viene considerato il musicista meno preparato, perché spesso ci si abbandona al talento naturale, sperando che basti… ma sfortunatamente non è cosi, esso va alimentato, custodito e salvaguardato! Non so quante volte sentiamo parlare di cantanti molto noti al pubblico che purtroppo subiscono danni alle corde vocali, non dovrebbe assolutamente accadere, e preparare il proprio strumento al meglio di sicuro farebbe in modo che questo non avvenga.
Sei, tra l’altro, anche insegnante di canto moderno. Cosa cerchi di trasmettere ai tuoi studenti al di là della teoria e della tecnica?
Oltre all’aspetto teorico e tecnico del canto, fondamentale per riuscire ad essere se stessi sempre, ai miei allievi metto a disposizione tutta la mia conoscenza e la mia esperienza senza alcun freno. Insegnare è una delle esperienze più belle che ho l’onore di vivere, è un lavoro di enorme responsabilità, ma dinamico allo stesso momento, non ti permette mai di fermarti, devi sempre migliorarti e alimentare la tua conoscenza. A loro insegno l’importanza dello studio, soprattutto in musica non ci si può mai sentire “arrivati”, e poi è importante fare la differenza, la musica non è solo emozione, è anche preparazione, conoscenza ed immenso sacrificio.
Un artista con cui ti piacerebbe collaborare?
Io adoro nella loro scrittura e composizione Pacifico e Bungaro, conoscerli e collaborare con loro sarebbe davvero emozionante!
Intervista a cura di Cinzia Canali