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No Report – Al Mish Mash per scoprire il futuro della nostra musica

Se un festival nasce in una cornice mozzafiato, come quella del Castello di Milazzo, già parte avvantaggiato rispetto agli altri.

Se arrivare nella venue, nonostante il caldo e una bella salita, già ti mette addosso quel buonumore tipico delle vacanze, capisci subito di essere nel posto giusto.

Se a questo poi aggiungi la grandissima abilità degli organizzatori nello scegliere la line up, eccoti servita la ricetta del festival ideale per tutti coloro che vogliono vedere muovere i primi passi di quegli artisti che hanno tutte le carte in regola per diventare i grandi nomi della nostra musica: questo in sintesi è il Mish Mash.

Sul palco di Milazzo (ME), infatti, si sono esibiti tutti i migliori esordi dell’anno, insieme ad altri nomi interessanti del sottobosco indie/alternative italiano.  Il nuovo pop italiano è tutto qui. Uno di seguito all’altro abbiamo ascoltato artisti quali Colombre, Gazzelle, Carl Brave X Franco 126, Camillas, Veivecura, Giorgio Poi e Canova, per concludere entrambe le serate coi suoni trascinanti di Clap!Clap! e Jolly Mare. Due giornate praticamente perfette. Un pubblico giovane, ma attento, si è accalcato sottopalco, mostrando interesse per ogni artista che si esibiva, segno che, seppur nella diversità dei vari progetti, la scaletta era strutturata in modo da conoscere esattamente il target a cui era rivolta e a riconoscerne i gusti alla perfezione. Per farvi un esempio, il live dei Canova si è svolto ad orario da dj set, alle due passate, davanti ad un pubblico attentissimo e numeroso, che cantava a memoria tutte le canzoni della formazione milanese, band che a mio avviso potrebbe sfondare nel mainstream da qui a poco. Altri live di rara bellezza sono stati quelli di Colombre e di Giorgio Poi, dotati di un’originalità tale da renderli perfettamente riconoscibili, caratteristica che in un mondo normale dovrebbe permettergli di ottenere una lunga carriera. Che dire poi di quei due caciaroni di Carl Brave x Franco 126, che con la loro trap stanno spopolando grazie a testi che raccontano alla perfezione la generazione dei millennial.

Le esibizioni hanno avuto come comune denominatore la gioia di poter suonare in un posto simile, così bello e ricco di storia, con un panorama mozzafiato a 360°. Tra le blatte di Colombre, lo zucchero filato di Gazzelle, le noccioline di Carl Brave X Franco 126, i loop dei Camillas (vera scoperta del festival), i suoni elettro pop dei Veivecura, l’acqua minerale di Giorgio Poi e i threesome dei Canova, il festival ha regalato al suo pubblico tutta la musica live di cui aveva bisogno, portando in Sicilia artisti che senza il Mish Mash forse avrebbero faticato un po’ a toccare l’isola con i loro tour. Da segnalare anche le esibizioni di Andrea Normanno e Be a Bear, nella venue del castello, eroiche già solo per il caldo torrido del luogo, ma che il pubblico ha saputo ascoltare pazientemente, nonostante l’afa estiva.

Gli organizzatori sono stati bravissimi nel creare l’atmosfera da festival, con istallazioni artistiche e convogliando tra il pubblico volti noti della musica, anche mainstream. Se a ciò andiamo ad aggiungere la disponibilità degli artisti nello scambiare quattro chiacchiere col pubblico, scattare selfie e autografare dischi, viene fuori quella magia che solo un festival degno di questo nome riesce ad ottenere.

Il Mish Mash è una bella festa, che spero continui il suo percorso a lungo. È quel luogo dove si possono intercettare le migliori uscite dell’anno, dove si può trascorrere una bellissima vacanza fatta di mare, musica e buon cibo.

Quando vai via da un festival con quella sensazione di immediata mancanza, vuol dire che le cose sono andate per il verso giusto, che l’accoglienza è stata ottima e che si è creata quella magia che solo chi ama la musica può creare.

Arrivederci Mish Mash!

Report a cura di Egle Taccia

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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