Il live di Brunori Sas al Flowers Festival di Collegno ha avuto un’apertura particolare, non un gruppo spalla ma il reading di Giudo Catalano. Tra ironia e verità il torinese ha parlato di amore ed episodi di vita vissuta strappando sorrisi e risate tra il pubblico. Un opening che si è sposato bene con il concerto e con le tematiche trattate dal cantautore calabrese. Suoni distorti ed elettrici hanno accolto sul palco il cantante che con la sua chitarra classica ha intonato le prime note di “La verità”. Le luci rosse, i visual optical e il battimano spontaneo del pubblico seguono il ritmo di “Uomo nero”, nel quale stupisce il suono del flauto traverso. Brunori è allegro, chiacchierone e ha voglia di interagire con il pubblico. Ci ricorda che Collegno era famosa per l’omonimo smemorato, questo incipit lo porta a parlare di identità viste come barriere. Violino, violoncello e chitarra classica per “Come stai”, cantata a squarciagola da tutti. Elettronico l’attacco di “La vita liquida” che poi esplode insieme al coro, alla chitarra, al violino e ad un insolito strumento a fiato in legno. Ancora un racconto, d’immigrazione e di viaggio, introduce “Lamezia Milano”.
Questa prima parte del live ha snocciolato le tracce del suo ultimo lavoro, dove il cantautore tratta temi attuali come la violenza di genere in “Colpo di pistola”. Tripletta di vecchi successi con “Italian dandy”, “Pornoromanzo” e “Lei, lui, Firenze”, che il pubblico misto di giovani e adulti accoglie calorosamente. Onirica e surreale è la versione al piano di “Diego e Io” che narra la turbolenta storia d’amore tra Frida Kahlo e il marito Diego Rivera. Ancora sulla scia della tristezza e della solitudine la ballata “Kurt Kobain”. Dario torna a parlarci, ci dice che l’obiettivo delle serata è il cambiamento che può avvenire sul divano di casa, attraverso la musica o solo con un travestimento. È il momento dell’ironica filastrocca cantata: “Il costume da torero”.
A tu per tu col pubblico, confida a questo che da giovane ascoltava musica rock, ironicamente qualcuno ride e credendo di non esser preso sul serio imbraccia la chitarra elettrica e dà sfoggio della sua maestria suonando un pezzo rock. Sul palco Brunori è scatenato, salta, balla, ne è il padrone incontrastato. Interessantissima la versione folk-rock di “Rosa” che fa ballare tutti, la matrice meridionale forte e coinvolgente vince. Lenta, dolce, malinconica “Arrivederci tristezza” ci fa credere che siamo alla fine del concerto. Così non è, un’ora e mezza di spettacolo andato avanti senza pause si arresta un momento per poi riprendere con l’encore. Una lunga introduzione al piano che domina il palco insieme a Dario, ci presenta lei: la canzone dell’estate, “Guardia 82”, poi “Canzone contro la paura” e infine a chiudere la serata “Secondo me”.
Federica Monello