Da Zo a Catania si è recentemente esibito un duo d’eccezione composto da Antonio Di Martino e Fabrizio Cammarata, due musicisti, due amici, che di ritorno da un viaggio in Messico, sono rimasti affascinati a tal punto dalla figura di Chavela Vargas, famosissima chanteuse messicana, una delle voci più importanti del Paese, tanto da volerle tributare uno spettacolo, interamente dedicato alla sua arte, dal titolo “Un Mondo Raro” (che da metà gennaio sarà anche un disco e un libro).
Il palco è molto ben curato, la scenografia dà l’idea di un luogo raccolto e molto intimo, quasi come si fosse nel salotto di casa. I due artisti spiegano che il loro intento sia quello di farci capire chi fosse realmente questo personaggio molto importante per la world music. L’idea del progetto li vede come attenti traduttori dei suoi brani, dentro i quali si sono calati studiando ogni minimo dettaglio dell’affascinante storia di questa donna, amante di Frida Kahlo, nota per il suo modo eccentrico di vivere, per i suoi eccessi (amava vestire da uomo e andare in giro con tanto di pistola e sigaro).
Tra un brano e l’altro, rivisitando tutti i suoi grandi classici, spiegano come lei abbia sempre cantato canzoni di altri, a cui ha dato un senso esistenziale solo con la sua voce. Si parla di prostitute, anticipando l’esecuzione di “Macorina”, brano scritto da Alfonso Camìn, dedicato a María Calvo Nodarse, scandalosa donna nota per i suoi innumerevoli amanti (tra i quali probabilmente anche Fidel Castro), tutti facoltosi, vissuta nella Cuba dei primi del Novecento.
Non sono mancati anche momenti dedicati ai repertori degli artisti, in cui spicca certamente la bellissima “I Calendari” di Dimartino, che è stata accompagnata in coro da tutta la sala e che sembra essere una delle preferite di Cammarata, dichiaratosi suo grande fan.
Cammarata invece ci commuove forse col brano più struggente di Chavela Vargas, “La llorona”, la donna che piange, brano che narra di una storia di amore e morte, di una struggente leggenda messicana, interpretato magistralmente dall’artista. Ci spiega come nel repertorio della Vargas ci siano brani che si portano dietro una malinconia e dei sentimenti, così cari alla sua cultura, di cui noi non possiamo neanche immaginare la vastità, che rappresentano il dolore dell’amore portato all’estremo.
Spiegano che questo progetto a metà gennaio vedrà l’uscita di un disco e di un libro, dallo stesso titolo dello spettacolo, e che “Un mondo raro” è proprio il brano da cui prenderanno il nome. Ci fanno capire che quella a cui abbiamo assistito stasera è stata un’anteprima assoluta.
Per concludere fanno un gioco. Dopo aver interpretato la loro personalissima traduzione dei brani più famosi della Vargas, adesso vogliono fare un esperimento al contrario, prendere uno dei grandi classici della nostra cultura siciliana e cantarlo in messicano: è così che il live si conclude con una speciale versione di “Vitti ‘na crozza”.
A fine live sembra di essere tornati da un lungo viaggio nei più struggenti suoni e colori del mondo messicano.