Gli His Clancyness sono approdati alla Cartiera di Catania il 20 gennaio, grazie alla rassegna Weak, per presentarci il loro secondo album “Isolation Culture”, pubblicato per Maple Death Records/Tannen Records.
La loro storia è molto particolare, infatti il progetto è nato come avventura solista del cantante e chitarrista Jonathan Clancy, già noto alla scena bolognese per il suo passato nei Settlefish, e si è poi trasformato in una vera e propria band, vista l’affinità nata tra i musicisti durante le date del loro tour in giro per il mondo per la presentazione del primo album “Vicious”. La band ora è stabilmente composta anche da Jacopo Borazzo (Disco Drive), Giulia Mazza (A Classic Education) e Nico Pasquini (Buzz Aldrin, Stromboli).
Fatta questa premessa vi parlo del live, che è iniziato intorno a mezzanotte e che ci ha portati per circa un’ora in un viaggio misto di suoni omogenei e potenti e di brani che dal vivo cambiano completamente personalità rispetto alla versione dell’album. Si dicono contenti di tornare a Catania, ci anticipano che i pezzi saranno per gran parte tratti dal loro secondo lavoro e poi ci intrattengono con i loro suoni fino alla fine del concerto, interagendo poco col pubblico, cosa sulla quale scherzano dicendoci: “Siamo una band che parla poco dal palco, ma che poi vi aspetta al banchetto per scambiare quattro chiacchiere a fine serata”. Il finale è stupendo, tutto si chiude con un tripudio di suoni per gran parte strumentali, in cui la band, carica e potente, ci conferma il talento innato di musicisti, che non amano sfornare hit da classifica, ma che riescono comunque, con la loro ricerca musicale, a fare breccia nel cuore degli ascoltatori.
Altra vittoria per Weak, rassegna che ormai è diventata un punto di riferimento per chi ama ascoltare musica ricercata e alternativa, anche a quello che viene definito il sottobosco dell’indie.
Egle Taccia
