Avere a Catania un artista come Grimm Grimm non può che tramutarsi in un’occasione speciale, data la sua abilità stilistica, i suoi brani sognanti e la sua capacità di realizzare da solo sul palco un vero e proprio live, anche utilizzando i piedi per muovere i mille pedali e bottoni della sua super strumentazione elettronica.
Grimm Grimm, ovvero Koichi Yamanoha, vero nome dell’artista, già con Screaming Tea Party, è un artista di Tokio, che porta con sé un’aura sognante e allo stesso tempo malinconica, che si insinua in ogni suo brano e che ha fatto capolino anche sul palco catanese.
Considerato anche il contesto, l’Opera Commons, una splendida villa ai piedi dell’Etna, dove l’atmosfera è sempre intima e rassicurante, non poteva che venirne fuori un live perfetto.
Come Grimm Grimm ci spiega durante l’esibizione, questo live porta purtroppo con sé un enorme dolore, dato che è venuto a mancare un suo grande amico. Ci confida di non avere idea di come potesse essere incontrare la gente oggi, ma di apprezzare questo momento.
Questa confessione ha fatto sì che il pubblico si avvicinasse ancora di più alla sua anima, riuscendo a percepire quanto dovesse costargli stare su quel palco in un momento simile e quanto al contempo potesse aiutarlo a tirare fuori emozioni non semplici da elaborare. Tutto questo ha regalato una strana energia all’esibizione, che si è rivelata perfetta in ogni suo singolo particolare.
Ascoltandolo e guardandolo dividersi tra cori, pedali, effetti e synth, viene da riflettere sul fatto che questi artisti one man band, come vengono definiti, compongono le loro opere praticamente in solitaria, con pochissimo confronto, e che quindi la dimensione live diventa per loro il vero punto di incontro con l’esterno.
Il pubblico, dal canto suo, è stato assolutamente recettivo, sembrava incantato e catturato da tutto ciò che accadeva su quel palco, da una parte concentrato sulle melodie, dall’altra incuriosito dalla bravura e dalla capacità dell’artista nel comporre la sua musica grazie anche all’utilizzo dei suoi piedi, abilissimi nell’accompagnare i suoi magici vibrati alla chitarra acustica, grazie anche all’aiuto di riverberi, distorsioni, delay e tutto ciò che potesse essere utile a rendere quanto più ovattato il suo mondo.
Il live di Grimm Grimm è stato una continua emissione di effetti magici, intrisi di una malinconia che sa di quotidiano, con suoni a noi famigliari e però al contempo tanto distanti, quasi come se si fossero persi chissà dove.
In quell’ora in sua compagnia ci siamo sentiti coccolati e accarezzati dalla sua musica, pura magia, che consiglio agli appassionati delle atmosfere un po’ dream e un po’ elettro folk, di cui i suoi suoni sono intrisi.
Report a cura di Egle Taccia