I Calibro 35 hanno festeggiato i dieci anni di carriera con un nuovo album, “Decade”, pubblicato il 2 febbraio per Record Kicks e in questo periodo sono in tour per portare la loro musica in giro per l’Italia. Siamo andati ad ascoltarli nell’unica data siciliana al Ma di Catania.
Un concerto dei Calibro 35 è sempre qualcosa di speciale e imperdibile. La prima cosa che noti, quando ancora il palco è vuoto e la sala si riempie, sono i numerosi strumenti presenti, molti dei quali probabilmente non li hai mai visti. I musicisti si posizionano sul palco e sai da subito di trovarti di fronte alle migliori eccellenze della nostra musica, che fanno quello che amano fare, ovvero suonare per il piacere di farlo. Il loro entusiasmo si percepisce subito e contagia il pubblico, che accoglie la band con un fragoroso applauso e la sala sold out. In platea moltissimi musicisti, invidiati, perché gli unici a ritrovarsi nelle condizioni ottimali per poter apprezzare nel dettaglio ciò che avviene sul palco.
Inquadrare i Calibro 35 in un genere e descrivere la loro musica, è quasi impossibile. Il loro suono è fluido e spazia attraverso tantissimi generi. Se col precedente album ci avevano portati nello spazio, stavolta, da degni eredi dei migliori compositori di colonne sonore quali sono, ci hanno trasportati per più di un’ora in un viaggio fatto di suoni che ripercorrono il meglio del nostro passato cinematografico, aggiornandolo in chiave moderna. Impossibile stare fermi ascoltando i loro brani più celebri, che sono stati spesso campionati dai migliori producer internazionali.
Sulle note di SuperStudio il pubblico si infiamma, si prosegue con una scaletta fittissima e celebrativa, dove i brani dell’ultimo album si alternano a quelli dei precedenti, fino ad arrivare ai primi pezzi della formazione. Tra i più acclamati Faster Faster!, Pragma, Modulor, ArchiZoom, Agogica, Modo, S.P.A.C.E., Notte in Bovisa. E’ una corsa tutta d’un fiato fino al finale, nel quale ci evitano il teatrino dei bis rimanendo sul palco, per poi salutrarci sulle note di Vendetta e La morte accarezza a mezzanotte.
La mia postazione, su una balconata proprio sopra il palco, mi ha permesso di osservarli mentre si spostavano da uno strumento all’altro, a volte suonandoli contemporaneamente. Enrico Gabrielli è l’unico che prende la parola sul finale, salutando con un caloroso “Ciao ‘mpare, sempre strepitoso e spacchiosissimo venire qui a suonare”, accolto da un’ovazione della platea.
Nell’era in cui il synth pop invade le nostre vite attraverso radio e tv, è bello vedere come organi, flauti, chitarre e altre decine di strumenti riescano a catturare l’attenzione del pubblico; ma sappiamo bene che quando le cose sono fatte col talento e con la passione, arrivano anche senza radio, televisioni e grossi media. Se poi a suonare è un ensemble di musicisti di questo livello, allora il successo è garantito.
Anche nella data siciliana la band ha registrato un traccia live che potrete ascoltare qui:
Report a cura di Egle Taccia
