I Subsonica sono di certo una delle band più influenti in circolazione. Con la loro elettronica strumentale ci hanno fatto ballare per più di 20 anni e proprio il compleanno di uno dei loro album più importanti, quello della consacrazione, ovvero “Microchip Emozionale”, li ha portati al Teatro Antico di Taormina per una festa unica.
Un’apertura col botto li vede arrivare sul palco carichissimi, pronti ad affrontare la pioggia di cenere vulcanica e il forte vento che hanno accompagnato l’intera serata.
Si parte con “Bottiglie rotte”, Samuel saluta il pubblico mentre già in platea sono tutti in piedi, rompendo il protocollo del Teatro Antico. Ci tuffiamo in “Discolabirinto” trasformando la venue in una discoteca all’aperto. C’è aria di festa, è chiaro sin da subito.
Questo, infatti, non sarà solo un concerto, ma la festa che i Subsonica hanno deciso di realizzare per il loro pubblico per celebrare il loro “Microchip Emozionale” al meglio, insieme a tutti coloro che li hanno accompagnati in questi vent’anni. L’emozione è palpabile, sul palco e in platea, Samuel esprime la gioia di poter portare la loro musica a Taormina dicendoci che è bello incontrarci proprio qui per il compleanno di “Microchip Emozionale”, annunciando che durante il live sarà eseguito l’album per intero. Si prosegue con un tributo a un grande artista della zona, Franco Battiato, di grande ispirazione per la formazione, a cui dedicano la sua “Up Patriots To Arms” che il pubblico accoglie con un boato.
È il momento di un brano di cui Samuel dimentica spesso le parole, “Nuova ossessione”, ma dalla platea lo aiutano cantando ogni singola strofa.
Annunciando “Jolly Roger”, ci spiega come questo brano, uscito di recente all’interno di “8”, racconti dei loro inizi, di quando decisero di prendere i loro strumenti e girare per i locali suonando la musica elettronica. Si va avanti con “Fenice” e “Punto critico” per poi concludere questa parentesi dedicata a “8”.
Si riprendono, quindi, le celebrazioni con “Liberi tutti”.
Le note de “Il diluvio” e di “Lazzaro” ci portano ad un altro momento di interazione col pubblico, in cui Samuel chiede di fare un applauso al luogo che li ospita: “Siamo una patria piena di cultura, se solo sapessimo utilizzarla un po’ di più”.
“L’incredibile performance di un uomo morto” ci porta verso una piccola pausa del concerto.
La seconda parte riprende con “Sonde”, prima della quale Samuel sottolinea come “Microchip emozionale” abbia completamente stravolto le loro vite, per poi spiegarci come “Sonde” tratti un tema non più di moda, ma che per loro resta rappresentativo di quell’epoca.
Ricorda anche come a quei tempi tutti volessero fare i dj e proprio per questo nacque il brano “Il mio DJ”.
“Aurora sogna”, “Colpo di pistola” e “Depre” ci portano verso l’ascolto di un brano molto importante per la formazione. Samuel ci spiega come stare in una band significhi condividere tutto, vivere in simbiosi e veder capitare certe cose contemporaneamente, come quella volta in cui Samuel, Boosta e Max vennero lasciati “dopo un tour dove erano successe cose che voi umani non potete immaginare” e venne fuori “Lasciati”.
Max prende la parola spiegandoci che prima di Microchip vivevano in una specie di sala giochi dove potevano fare tutto quello che volevano, ma dopo l’uscita dell’album le cose cambiarono. Una cosa però è rimasta sempre uguale, ovvero le persone che andavano a sentirli ai concerti, il loro pubblico, che è sempre stato lì per loro, senza barriere, cosa che gli ha permesso di trasformare la loro piccola fetta di cielo in quello che è oggi: “Il cielo su Torino”.
Ricordano che anche “Amorematico” ha qualche pezzo carino, anticipandoci “Nuvole rapide”, per poi andare avanti con “L’odore” e “Abitudine”, facendoci scatenare sulle note di “Benzina Ogoshi”.
Boosta prende la parola, abbraccia i ragazzi delle prime file, per poi ricordare come negli anni “avete parlato male di noi, ma ora siamo diventati maturi e solo qualche volta ci viene da pensare… ca siti di bastaddi”. Tutti ridono.
Si conclude col brano sanremese “Tutti i miei sbagli” e “Strade”, poi la band rimane a salutare le prime file.
Un concerto tutto da ballare questo dei Subsonica a Taormina, che ha regalato al teatro un’atmosfera surreale e moderna, ricordando al pubblico che se oggi si può parlare di indie pop, molto probabilmente è solo grazie alla loro influenza, che li rende senza dubbio i padri della nuova scena indie.
Report a cura di Egle Taccia