Vinicio Capossela arriva a Taormina vestendo a festa i propri brani, accompagnandosi dall’ “Orcaestra”, nel nostro caso quella del Teatro Massimo di Palermo, magistralmente diretta da Stefano Nanni, suo stretto collaboratore da anni. Un’occasione speciale per Capossela, visibilmente entusiasta di questo “lusso” che gli è stato concesso e che lui ha saputo sfruttare al massimo, portando in scena uno spettacolo di spessore, arricchito dalla sua teatralità e dalla sua abile comunicativa, che ha fatto spesso sorridere il pubblico. Il tutto incorniciato dal maestoso scenario del Teatro Antico di Taormina.
Uno spettacolo che nasce dalla voglia di dare in pasto i suoi brani a questo essere mitologico, l’Orcaestra, che li ha “risputati sotto una nuova veste”. Per chi già apprezza da anni il repertorio di Capossela, questa è stata un’occasione imperdibile per ascoltare al massimo del loro splendore i brani, già stupendi, dell’artista.
Lo spettacolo comincia con “Il grande leviatano”, sul finale del quale saluta il pubblico presentando l’orchestra del Teatro Massimo di Palermo, spiegando che per tutta la serata lo ospiterà dentro la sua bocca. Si prosegue con “Modì”, per poi alzare i toni con “Zampanò” e “Marajà”, brani accompagnati dagli applausi del pubblico. Nel frattempo Vinicio si fa pirata, pugile e si trasforma di brano in brano, mentre si racconta, emozionato, e racconta le storie che fanno da sfondo ai suoi brani, davanti a un pubblico attentissimo. Omaggia il Teatro Antico di Taormina, la cui architettura ha reso ancora più speciale questa serata, per poi farci ridere con la storia della sirenetta che, non appena ottenute le gambe al posto della sua coda, ha capito da subito come utilizzarle, storia che viene narrata nel suo brano “Pryntyl”.
Capossela non dimentica di toccare uno degli argomenti caldi del periodo, quello dell’immigrazione, e lo fa definendo come nuovi Ulisse tutti coloro che sfidano il Mediterraneo. Ricorda che chi muore in mare non ha sepoltura e omaggia tutte le vittime con “Ss. dei naufragati”, brano che si è tristemente attualizzato. Durante l’esecuzione, dal pubblico, dei rappresentanti di Legambiente hanno mostrato uno striscione a favore dei porti aperti alla solidarietà.
Un altro dei momenti più alti dello spettacolo è stata l’esecuzione dell’Intermezzo della Cavalleria Rusticana da parte dell’orchestra, momento davvero toccante, dove i maestri hanno potuto dimostrare tutto il loro talento.
La festa di gala delle canzoni di Capossela si conclude con un susseguirsi di successi quali “Con una rosa”, per poi rendere omaggio alla Banda di Scicli e a quello che ha definito il loro “Cristo da corsa”. Prima del finale anche un momento di impasse in occasione dell’esecuzione di “Aedo”, di cui si era perso il testo, in mezzo alle risate generali, ma che Capossela ha interpretato magistralmente in solitaria, nonostante l’inconveniente. Tutto si chiude con una toccante versione di “Ovunque proteggi” e col pubblico a fare da sottofondo al brano.
Un concerto davvero emozionante, in cui i pezzi di Capossela hanno assunto dei connotati molto più solari rispetto al precedente tour, nel quale, invece, le ombre erano le protagoniste.
Report a cura di Egle Taccia