Il nuovo tour de La Rappresentante di Lista ha debuttato lo scorso 16 marzo al Barbara di Catania, serata organizzata in collaborazione coi Mercati Generali, per presentare il primo disco dal vivo, “Bu Bu Sad Live”, registrato per celebrare le date del tour di presentazione della loro ultima release.
Sul palco del Barbara arriva una delle voci più potenti e innovative della scena italiana, quella di Veronica Lucchesi, talmente unica da avere come paragone solo se stessa, accompagnata da Dario Mangiaracina, Enrico Lupi, Marta Cannuscio ed Erika Gold.
Io La Rappresentante di Lista la seguo con attenzione da un po’ e, concerto dopo concerto, mi rendo sempre più conto del grandissimo percorso che stanno compiendo questi ragazzi, in una formazione che definire band è riduttivo, dato che sono una vera e propria piccola orchestra che si muove magistralmente tra il classico e l’elettronica.
Arrivano quasi timidamente sul palco del Barbara, ma dopo pochissimi secondi dall’inizio di “Siamo ospiti” anche i più scettici ne sono conquistati. Da “Mina Vagante” in poi il live vola via tutto d’un fiato in un susseguirsi di successi cantati a memoria dal pubblico, segno inequivocabile del sempre crescente successo della formazione.
Sembrano spariti, salvo qualche campanello, quegli strumenti giocattolo che coloravano i loro live, ma i suoni non hanno assolutamente perso quell’aria un po’ naif che caratterizza da sempre le loro esibizioni. C’è anche tempo per riflettere sul tema dell’immigrazione e della fuga, con un’intro tutta nuova, cover dei fratelli Mancuso, come ci spiegheranno in seguito, fatta solo col coro delle loro voci ed una teatralità imponente, che dà i brividi per quanto sia toccante ed emozionante. Una delle caratteristiche di questa formazione è quella di saper affrontare temi importanti con la leggerezza dei loro suoni colorati, un misto tra tradizione e modernità, che avvolgono come una carezza tutto il dolore che i testi urlano.
È il momento del loro inno, “La rappresentante di lista”, dopo il quale ci esprimono la loro emozione da prima data del tour, che vede qualche novità nella formazione.
Successivamente ci stupiscono con una cover di un famosissimo brano di Loredana Bertè, “E la luna bussò”, modernizzata in una superba interpretazione. Sul finale ci regalano un fantastico momento strumentale in cui i fiati sono protagonisti, per poi salutarci con “Guardateci tutti”. Il pubblico non ne vuole sapere e, tornata sul palco, la band si scambia gli strumenti e continua a farci sognare sulle sue note.
Vi consiglio di andare a trovarli nelle varie tappe del tour, perché un concerto di questi ragazzi non si dimentica facilmente.
Report a cura di Egle Taccia