Lo Stato Sociale ha chiuso l’ultimo weekend di vacanze catanesi con un mega concerto al Qubba, che ha registrato il solito pienone a cui la band ci ha abituati negli ultimi anni. Che Catania fosse una città speciale per il collettivo bolognese lo sapevamo già da un po’, ma che Lodo Guenzi sarebbe salito sul palco urlando un “‘mbare”, per poi canticchiare un improbabile “everybody needs ‘mbare”, non se lo sarebbe aspettato nessuno. Prendono posto e “Quasi Liberi” ci fa ballare sin da subito, e chi li segue da un po’ non può non notare il salto di qualità nella resa live dei suoni.
Il pubblico era entusiasta, un miscuglio di età che arrivava a raccogliere anche i bambini, che cantavano a memoria tutti i pezzi della formazione. Ci ricordano che “La musica non è una cosa seria” e che ci si diverte di più quando si è dispari, magari canticchiando “In due è amore in tre è una festa”, per poi ascoltare Lodo confessarci che questa è la città in cui si diverte di più. Per convincerci ci racconta una storia di qualche anno fa, quando cercò di rimorchiare due ragazze, che come scusa per tirarsi indietro inventarono di avere le coliche renali. Ridevano tutti assolutamente conquistati. Al grido di “non cambi un cazzo se non ti diverti”, partono le note dell’amatissima “Buona sfortuna”, brano il cui video è legato a filo doppio con la città.
È inutile dire che questi ragazzi hanno un carisma incredibile; oltre ad avere dei pezzi dall’evidente appeal sono anche dei grandissimi intrattenitori, capaci di raccontare una generazione senza usare troppi fronzoli e parlando il suo linguaggio. La comunicazione è la vera arma vincente della band. Il concerto, dai bpm impazziti, ha anche avuto un bellissimo momento di raccoglimento sulle note di “Niente di speciale”, il vero pezzone dell’ultimo album “amore, lavoro e altri miti da sfatare”. Credo che non ci fosse nessuno in silenzio in quel momento, i cori del pubblico sovrastavano completamente il palco. Si torna a saltare con “Mi sono rotto il cazzo”, per poi omaggiare la cuoca del locale, ribattezzata per l’occasione come la cuoca della cena migliore del tour, a cui dedicano “Amarsi male”. Ci salutano sulle note di “Abbiamo vinto la guerra”, prima di essere letteralmente assaliti dai fan a fine concerto.
Lo Stato Sociale in questo tour si dimostra cresciuto, ma non a discapito del suo carisma e dell’evidente voglia di divertirsi e di far divertire.
Report a cura di Egle Taccia