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No Report – Primo Maggio a Roma: Un concertone all’insegna dell’apertura mentale

Per il primo maggio a Roma, come da tradizione, si è tenuto il concertone, che mai come in questa edizione è stato lo specchio della musica italiana del momento, non soltanto di quella che passa dai principali canali mainstream, ma anche di quella nata, concerto dopo concerto, nei locali, cresciuta a tal punto da arrivare a raggiungere il grande pubblico. Una scaletta a dir poco rivoluzionaria per il palco di piazza San Giovanni, all’insegna dell’apertura mentale e musicale, che ha visto alternarsi artisti così diversi tra loro, proponendo una varietà di generi tale da finire per accontentare tutti, dai ragazzini che hanno visto i propri idoli del rap e della trap, agli amanti dell’indie pop, del pop, ai fan del rock e del cantautorato ricercato, molto ben rappresentato.  Ci sono state anche delle splendide rivelazioni su questo palco, con nomi quali Erio, La Municipàl e Zuin, tre artisti diversi, ma che sono stati capaci di rapire il pubblico con le loro esibizioni.

Questa attenzione è stata premiata dagli ascolti, col miglior risultato in termini di share televisivo degli ultimi 5 anni (7,56 di share), con ben 1.325.576 ascoltatori. Un successo da molti punti di vista, insomma. L’accoppiata perfetta Ambra Angiolini-Lodo Guenzi ha funzionato perfettamente per tutto lo spettacolo. Il tema centrale di quest’anno era la sicurezza sul lavoro, ma non sono stati dimenticati i riders italiani, costretti a lavorare in condizioni inaccettabili, vittime di una sentenza che ha mostrato tutti i limiti della legislazione vigente in materia di lavoro, e il tema dell’offerta al ribasso e del lavoro gratis, vero punto dolente dei giovani d’oggi, costretti ad accettare cifre irrisorie pur di poter lavorare, vittime di un vero e proprio sfruttamento, giovani che sono stati spinti, appunto, a smettere di giocare al ribasso e di lavorare gratis, per tornare ad essere i primi a dare dignità al lavoro.

Tutto si apre con Lo Stato Sociale e la loro versione adattata di “Mi sono rotto il cazzo”, che non ha risparmiato nessuno. Tra le esibizioni da segnalare sicuramente c’è quella di Esposito, molto carico per il suo esordio in Piazza San Giovanni; quella di Maria Antonietta, una delle migliori presenze femminili su quel palco; i brividi del brano di Mirkoeilcane, che ci ha fatto pensare anche a temi importanti quali la lotta al razzismo e le morti in mare; quella di Erio, artista unico e di grandissimo spessore, che ha fatto sognare la piazza con la sua incredibile voce; la presenza degli Zen Circus, che viene sottolineata da Lodo come la presenza di una band che ha ispirato gran parte di quegli artisti che oggi stanno portando in gloria la musica indipendente, esibizione che ha emozionato tutti coloro che li seguono da tanti anni; quella dei Ministri, forse troppo breve, con soli due pezzi, ma comunque efficacissima, band che poi ha animato il backstage ritrovandosi in diretta, insieme all’ex senatore Razzi, durante i collegamenti con “Quelli che…dopo il TG” e al quale hanno fatto intonare “Bella ciao”; quella di Carmen Consoli, che ha portato sul palco l’eleganza e ben due brani in siciliano; eleganza che ritroviamo nell’esibizione di Max Gazzè, accompagnato dall’Orchestra filarmonica delle Marche, che ha compiuto una vera e propria magia sul palco; i bassi potentissimi che accompagnavano la Nannini, che, nonostante le sue condizioni fisiche, che l’hanno vista apparire su un bel trono, non è riuscita a stare ferma e ha inondato la piazza con i suoi brani più belli; la reunion delle Vibrazioni, in stato di grazia per questa occasione speciale, accompagnati a gran voce da tutta la piazza e anche dal backstage e il live dello Stato Sociale, che come sempre ha portato temi importanti, affrontandoli con ironia e leggerezza. La presenza di Sfera Ebbasta, idolo della trap, ha fatto discutere molti, da vero provocatore qual è, ma sicuramente ha attirato in piazza un pubblico giovanissimo, che in questo modo ha certamente assorbito sia i temi della manifestazione, che l’offerta musicale ricchissima del concertone, quindi è stata una scelta tutto sommato da approvare, se vista sia con lo spirito di voler portare su quel palco la musica realmente ascoltata dagli italiani che di voler rappresentare tutti i generi che oggi vanno per la maggiore. La trap, lo dice il nome stesso, tratta temi non facilmente digeribili e sicuramente la sua presenza non è andata giù a molti, ma non poteva essere ignorata. Sicuramente molto più brillante l’esibizione di Willie Peyote, un rapper che affonda le proprie radici nel cantautorato e che ha portato su quel palco un nuovo modo di interpretare il genere. Altra presenza che non poteva essere ignorata è quella degli artisti che negli ultimi tempi sono stati al centro di una rivoluzione musicale, quali i Canova, Willie Peyote, Gazzelle, Frah Quintale, Galeffi, portati lì, come ben sottolineato da Lodo, da tutti noi, dalla gente che non si è limitata ad ascoltare passivamente ciò che volevano le radio, ma che è andata a cercare la nuova musica grazie a internet, ai canali di streaming, ai piccoli locali, alle community facebook e alle webzine, portando su quel palco una nuova generazione di artisti, che sta mettendo di lato i talent e dando filo da torcere ai nomi più noti del pop italiano. Questi artisti su quel palco se la sono cavata alla grande, riscuotendo un enorme successo di pubblico e dimostrando a tutti la forza di questa nuova generazione di musicisti, una vera e propria scena di artisti di cui sentiremo ancora parlare a lungo.

Una delle cose più belle accadute sul palco del concertone è stato certamente il tributo agli Skiantos e a Freak Antoni, che era stato già citato in una delle performance sanremesi dello Stato Sociale, e che torna ad essere omaggiato anche in questa occasione. Un gesto importante per un fenomeno di rottura. È stato portato sul palco il messaggio degli Skiantos, per i quali il fare schifo era un imperativo morale, grazie a una super band formata da Federico Cimini, Cato dei Bluebeaters, Fabio Rondanini dei Calibro 35 e Afterhours, Aimone Romizi dei Fast Animal and Slow Kids e Willie Peyote, che hanno omaggiato la band bolognese con “Sono un ribelle mamma” e “Mi piaccion le sbarbine”. Sicuramente uno dei momenti più importanti della giornata.

L’esibizione di Cosmo, dopo una partenza a dir poco impeccabile si è macchiata di uno di quei momenti che ti possono far passare alla storia o rovinare tutto. Nel caso di Cosmo, quello stage diving non esattamente riuscito e fortunatamente finito bene, che si è rivelato come un tuffo nella realtà, ha un po’ macchiato quella che poteva essere una delle migliori esibizioni del concertone.

Da sottolineare, come vi dicevo, il ritorno delle Vibrazioni, che hanno incendiato la piazza, più carichi che mai e l’esibizione dei Calibro 35, arrivata a tarda ora, ma che ha portato la bellezza della musica strumentale su quel palco. Tutto si chiude con la potenza di Fatboy Slim.

Che dire, questo è stato certamente uno dei migliori concertoni degli ultimi tempi, con una conduzione impeccabile; una vera e propria giornata di festa all’insegna dell’apertura mentale e senza confini tra generi musicali, tutti abilmente rappresentati dagli artisti che si sono avvicendati.

Ecco infine l’ordine di esibizione degli artisti, che vi consiglio di ascoltare: INDIGO FACE, GIORGIO BALDARI, BRASCHI, ESPOSITO, MARIA ANTONIETTA, FRAH QUINTALE, WRONGONYOU, ACHILLE LAURO e BOSS DOMS, MIRKOEILCANE, NITRO, GALEFFI, GEMITAIZ, GAZZELLE, WILLIE PEYOTE, ERIO, LA MUNICIPÀL, ZUIN, DARDUST ft. JOAN THIELE, CANOVA, THE ZEN CIRCUS, FRANCESCA MICHIELIN, JOHN DE LEO, MINISTRI, GIANNA NANNINI, ULTIMO, SFERA EBBASTA, MAX GAZZÈ & Orchestra Filarmonica Marchigiana, ERMAL META, CARMEN CONSOLI, COSMO, LE VIBRAZIONI, LO STATO SOCIALE, CALIBRO 35 e FATBOY SLIM.

Report a cura di Egle Taccia

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Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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