Abbiamo atteso per due anni e mezzo il seguito dell’ottimo e duro “Hellvisback”, album che ha consacrato Salmo nell’Olimpo dei rapper italiani tanto dal punto di vista della qualità dei pezzi proposti, quanto soprattutto da quello delle copie vendute, ed ecco che “Playlist” giunge a soddisfare le attese di fan e stampa. Anticipato da una serie di operazioni mirate a creare attesa nel pubblico – chiamatela pure “hype”, se vi garba – “Playlist” ha suscitato una serie di reazioni contrastanti nella stampa, che ci hanno indotto a voler lasciar decantare per bene questa miscela esplosiva di tredici, fottutissimi brani, per cercare di darne un giudizio più obiettivo possibile.
Quello che ci ha dato il rapper sardo è certamente un disco furbo: Salmo si è ben inserito nei meccanismi del mainstream, promuovendo l’album con una serie di iniziative provocatorie (i video su Pornhub, la diffusione “piratata” dei pezzi prima della pubblicazione…), componendo pezzi che ci parlano dei luoghi comuni più odiosi dell’italianità contemporanea, proposti con duetti mirati a far ascoltare l’opera tanto dai fan della vecchia guardia (vedi “Stai zitto” con Fabri Fibra) quanto dai più giovani appassionati del fenomeno-trap (“Cabriolet” con Sfera Ebbasta).
Quindi, possiamo chiudere la recensione definendo l’album una bieca operazione commerciale? No, niente affatto.
La “Playlist” di Salmo è già dal titolo una sfida continua ai luoghi comuni, un continuo camminare sul sottile filo che separa l’attitudine rap più autentica, cattiva e ferocemente ironica dalle pose del mainstream: forte dell’appoggio della major che lo tiene sotto contratto, Salmo gioca al meglio con i potenti mezzi che gli sono messi a disposizione, realizzando una serie di canzoni estremamente valide e varie nello stile, che non tradiscono il suo passato e lo confermano fra i migliori autori del genere. Sfrontato e senza peli sulla lingua, Salmo “gioca sul serio”, sbeffeggiando i giochi comuni della società attuale sfruttando la sua lingua avvelenata ed una produzione di altissimo livello, che esalta tanto i momenti più crudi (“90 min”, “Ho paura di uscire” ed il divertissement batteristico “Tié”), quanto i brani inaspettatamente più soft, come il bel feat. con Nstasia intitolato “Il cielo nella stanza” e la riflessiva “Lunedì”.
Quello che sulla carta ci è stato presentato come un album controverso – probabilmente col solo intento di far discutere e parlare di sé – è in realtà un disco che è sì stato costruito per piacere e scalare le classifiche ma che, tuttavia, a differenza di molte altre operazioni in ambito rap, mantiene una consistenza ed una coerenza di base che fanno crescere il livello dei brani ascolto dopo ascolto. Il flirtare di Salmo con i meccanismi del mainstream ha quindi certamente funzionato, ma al di là dei riscontri immediati a livello di classifiche di vendita e streaming, “Playlist” è un’opera attuale e figlia dei tempi – qui dobbiamo aggiungere un bel “purtroppo”, visto il quadro desolante che ne emerge – il cui messaggio tuttavia è destinato a restare, grazie a dei brani destinati a diventare classici del repertorio del rapper di Olbia, che semplicemente si è dimostrato bravo e astuto nel giocare con i luoghi comuni senza affondare in quel mare di banalità che avrebbe reso questa sua atipica playlist obsoleta dopo pochi mesi.
Un quinto album forte e concreto, che sancisce con merito la presenza di Salmo nel gotha del rap italiano, confermando il suo ruolo di antagonista imprevedibile.
Tracklist:
- 90 min
- Stai zitto – feat. Fabri Fibra
- Ricchi e morti
- Dispovery Channel – feat. Nitro
- Cabriolet – feat. Sfera Ebbasta
- Ho paura di uscire
- Sparare alla luna – feat. Coez
- PXM
- Il cielo nella stanza – feat. Nstasia
- Tié
- Ora che fai?
- Perdonami
- Lunedì