Si chiama “Racconti ” l’EP d’esordio di Miriana Faieta, giovane cantautrice abruzzese che pubblica le sue prime creazioni con “Sun Village Records”. Una sequenza di scene permeate da una magia fiabesca, che riprende un universo infantile da recuperare, per osservare la realtà da un’altra prospettiva. La voce è una carezza, la musica è il viso su cui scivola. Suoni, melodie, generi che si intrecciano. La semplicità di sei storie, scritte da una penna in grado di trasmettere emozioni e sensazioni.
Pubblicato il 10 giugno, è stato presentato il 18 giugno presso il Palazzo De Mayo, a Chieti. Proprio in quest’occasione, Miriana Faieta ha avuto la possibilità di vestire di una luce diversa- quella del live- il suo repertorio. Il disco vede la partecipazione di Emanuele Ciampichetti al basso, Michele Santoleri alla batteria, Pietro Pancella al contrabbasso, Christian Mascetta alla chitarra, Giulio Gentile al pianoforte e Atreo Cincaglini al trombone. Le corde vocali di Miriana si sposano perfettamente con l’originale musicalità dei sei artisti, regalando 23 minuti di pacifica simbiosi con le note.
Il jazz incontra il cantautorato e ne fa un prodotto di prezioso valore. I testi sono poesie che, con discrezione, maneggiano un messaggio di cui avere cura. La traccia numero uno, “Il sasso nella tasca”, con il ritmo di una filastrocca, delega a Miriana il ruolo di cantastorie. E’ un mondo diverso quello che si intravede tra le righe, che narrano di un’infanzia in cui poter inventare la novità a partire dalla concretezza. Tra gli altri temi trattati, la difficoltà di una gravidanza sperata, l’immagine di un Dio che “è uomo, è donna e tutto ciò che c’è in mezzo”, ma che non si cerca più, la demotivazione e i fallimenti di un uomo chiuso nel suo dolore. Faieta parla anche del desiderio di farsi ascoltare e della gioia nell’incontro di qualcuno che sappia farlo e infine di uno dei sentimenti più antichi del mondo, la nostalgia, che esprime nella sua etimologia il suo reale significato (“dolore del ritorno”).
La frase conclusiva dell’opera, “Questo è il mio dono e ora me ne allontano”, appare più che adatta per congedarsi dagli ascoltatori. La visione della musica come un dono assegna all’artista il compito di custodire verità e “Racconti”, per poi affidarli al pubblico. E sembra che Miriana Faieta ci sia riuscita piuttosto bene.