Semplicità non significa essere banale, e dietro una pop song può celarsi un’anima punk che, se anche non si esprime secondo i canoni di quel genere, si diverte a stravolgere quei canoni in maniera deliziosamente anarchica. A tre anni da “Pop simpatico con venature tragiche” riecco finalmente la vicentina Irene Ghiotto, cantautrice, compositrice e “professora” di canto che da sempre adora giocare con il pop nostrano, rompendone i canoni e stravolgendo il comune immaginario del cantautorato femminile.
Come il predecessore, “SuperFluo” è un album caleidoscopico, fatto di note e vocalizzi che nell’ormai inconfondibile stile di Irene si traducono sinesteticamente in colori brillanti e cangianti. Pubblicato per Granita Records, l’album si avvale di un ricco staff di musicisti e di un minuzioso lavoro di produzione a cura di Carlo Carcano e della stessa Ghiotto, autrice di musica e testi per tutte le dieci canzoni dell’album. Ma com’è in definitiva questo “SuperFluo”, che fin dal titolo gioca a stuzzicare l’ascoltatore con giochi di accenti e significati a sottolinearne la molteplice anima?
“SuperFluo” è un lavoro che punta anzitutto su orecchiabilità ed immediatezza, grazie alla versatile ed espressiva voce di Irene e alla musiche. Tuttavia, questi elementi si rivelano un escamotage mirato a catturare l’ascoltatore, conducendolo in questo mondo colorato in cui sono sfumature, soluzioni musicali ardite e giochi di parole a spadroneggiare. “Il giro di me stessa”, brano d’apertura di “SuperFluo” è un incipit quasi solenne: sorta di inno alla crescita personale attraverso l’introspezione e la ricerca, alla fine dei quali la protagonista torna ad essere “sé stessa ma diversa”. A sonorità drammatiche, a tratti cupe, fa da contraltare la voce di Irene, che esprime gioiosamente la sua femminilità ed il desiderio di cantare. Dopo questa intro spiazzante, è “Assurdità” il primo singolo e trionfo pop del disco: un brano dal mood allegro, a tratti canzonatorio, nel quale la nostra si diverte a giocare con la lingua italiana fra chiasmi, controsensi e nonsense veri e propri. “Catturare l’attenzione spiazzando” sembra il leitmotiv del disco, ed il contrasto fra la dolcezza di “Cento” e l’arguzia apparentemente dissacrante di “Preghiera per tutti”, che in realtà induce a riflettere sul senso dell’apparenza, ne é la dimostrazione.
All’invito a dare ascolto e lasciar libera la propria interiorità contenuto in “Gli ingegneri delle anime umane” si contrappone la multiforme femminilità di “Sotto a chi mi tocca”, espressa attraverso molteplici citazioni di celebri brani al femminile della canzone italiana. Possiede un ironico disincanto velato di tristezza “Amarsi e fare fiasco”, brano a cui segue la sarcastica e cadenzata “È una canzone triste”. L’album giunge al termine con altri due brani idealmente contrapposti, dotati di un forte potere visionario: “Piccola apocalisse”, la canzone più lunga dell’album, sembra voler racchiudere l’intero caleidoscopio di “SuperFluo”, sfumando dalla teatrale seria ironia dei primi versi all’intima dolcezza della conclusione; “Le cose” è una conclusione cinematografica, in cui le musiche sembrano portarci in un vecchio film a lieto fine mentre la voce Irene si riveste di un manto classico già visto nei suoi precedenti lavori, chiudendo con grazia e dolcezza questo suo ultimo lavoro.
Originale e stimolante, “SuperFluo” è un album in cui Irene Ghiotto ed il suo staff hanno svolto un lavoro raffinato, che stuzzica l’attenzione dell’ascoltatore grazie al suo continuo alternarsi fra melodie squisitamente pop e gli sperimentalismi vocali, linguistici e musicali che si celano dietro una semplicità solo apparente. Il secondo LP della cantante vicentina è un’acuta riflessione su cosa significhi essere una cantautrice oggi in Italia, che con bonaria anarchia sfida l’ascoltatore sovvertendo ad ogni traccia le sue aspettative, pur regalandogli alla fine una manciata di emozioni che lo inducono a pensare, toccando i sentimenti senza inutili patetismi.
Tracklist
- Il giro di me stessa
- Assurdità
- Cento
- Preghiera per tutti
- Gli ingegneri delle anime umane
- Sotto a chi mi tocca
- Amarsi e fare fiasco
- È una canzone triste
- Piccola apocalisse
- Le cose