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Tutti cantano Max (Pezzali) a Catania! [Report]

MAX30, l’inarrestabile tour #HITSONLY nei Palasport 2022/2023 di Max Pezzali, ha fatto tappa a Catania il 5 e 6 maggio, registrando un pienone di pubblico entusiasta, con tanta voglia di cantare a squarciagola i successi di Max, unico vero eroe della generazione nata a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Un artista che è stato capace di raccontare al meglio quella generazione che non aveva i social e viveva di fumetti e amori non corrisposti. In questo tour Max Pezzali ripercorre trent’anni di carriera, raccontandoli con i suoi più grandi successi, canzoni memorabili che sono come cartoline della memoria che ci riportano agli anni più belli della nostra vita.

Brano dopo brano ci emozioniamo e cantiamo le canzoni di un artista che ha saputo rimanere autentico negli anni, senza mai svendersi o piegarsi alle mode del momento, una personalità rassicurante, un porto sicuro dove poter ricordare come eravamo e quanto eravamo felici nonostante tutto. L’immaginario di Max ci riporta agli anni in cui ci sentivamo perennemente sfigati, in cui inseguivamo i nostri sogni e immaginavamo un lieto fine per le nostre storie d’amore impossibili.

Uno dietro l’altro si susseguono successi come “Sei un mito”, che apre il concerto, “La regina del celebrità”, “Rotta x casa di Dio”, che scaldano il pubblico, facendolo da subito ballare e cantare. Ma è con “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” che la platea letteralmente impazzisce. Subito dopo, Max Pezzali racconta che sono passati ben 31 anni dall’uscita di questo pezzo, prima di lui era stata pubblicata un’altra canzone che nessuno si era filato, “Non me la menare”, che viene seguita da “Te la tiri” e “6/1/sfigato”. Una delle canzoni indelebili del repertorio di Max Pezzali e dei suoi 883 è certamente “La regola dell’amico”, che tanta fortuna ha portato all’artista, non solo in termini di ascolti (ha infatti sposato la sua migliore amica). Prima di eseguirla chiacchiera un po’ con il pubblico ironizzando sul fatto che quando eravamo adolescenti non c’era internet e bisognava raccontare attraverso le canzoni quello che vivevamo: “Ai tempi non conoscevamo l’esistenza della cosiddetta friendzone. Ci rendevamo conto che a volte era difficile andare oltre l’amicizia, ma nel nostro piccolo abbiamo capito che c’era una regola (che conosce anche delle eccezioni).” Si prosegue con altri brani memorabili in una cavalcata tra i tantissimi successi dell’artista. Il pubblico conosce tutte le parole a memoria e spesso addirittura sovrasta Max, che felice lascia cantare la platea.

Arriva il momento di uno dei brani più emblematici e commoventi dell’artista, “Gli anni”, sul quale davvero si fa fatica a sentire la voce di Max, per quanto la platea lo canti a squarciagola. La seguono “Una canzone d’amore” e “Come mai”, che riporta tutti noi agli anni d’oro delle nostre prime cotte. Dopo “Sei fantastica” Max e la sua strepitosa band si spostano al centro del palco per un medley acustico, la cui riuscita dipende da quanto il pubblico riesca a cantare le canzoni accompagnandolo in questi pezzi. “Chi sa i testi delle canzoni ci venga dietro”, dice, e chiaramente non c’era nessuno che non le sapesse. È il momento di “Nient’altro che noi”, “Eccoti”, “Io ci sarò”, “Se tornerai”. Dopo “Quello che capita” spiega come stando su un palco come questo venga voglia di ringraziare il cielo e il pubblico, ma è anche il momento di ringraziare tutta la sua band. Presenta ognuno dei suoi musicisti, spendendo parole di grande stima e di elogio per ognuno di loro, mettendo in luce le loro caratteristiche e la loro bravura come musicisti. Dopo “Sempre noi” e “La dura legge del gol” la band si ritira, ma torna poco dopo per l’ultima cavalcata con “Il grande incubo”, brano sul quale i musicisti appaiono sugli schermi vestiti da “terrificanti” mostri, strappando un sorriso a molti, per poi farci ballare sulle note di “Nord Sud Ovest Est” e “Tieni il tempo”. Il live si chiude con “Con un deca” e tanta voglia di cantare ancora.

Ogni volta ci chiediamo cosa ci renda così felici ai concerti di Max e probabilmente è il modo in cui l’artista, brano dopo brano, ci ha fatto sentire capiti e vicini nelle nostre insicurezze. Ha sempre trovato il lato positivo in tutte le nostre sconfitte, ha saputo raccontare l’inadeguatezza e farla diventare riscatto, grazie a delle canzoni che accomunano in maniera trasversale tantissime generazioni. Forse è la sua aria da eterno bravo ragazzo ad averci conquistati e tenuti vicini in tutti questi anni, certo è che la sensazione di trovarsi ad una rimpatriata tra vecchi amici la si ha solo ai concerti di Max.

 

Report a cura di Egle Taccia

Foto di Ilenia Bontempo

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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