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Cordio – Ritratti post diploma Vol. 2 [Recensione]

Cordio, cantautore catanese che molti di noi hanno conosciuto ed apprezzato in apertura ai concerti di Ermal Meta e per il brano “Il paradiso”, ci regala un nuovo capitolo della sua discografia dal titolo “Ritratti post diploma Vol. 2”.

Pubblicato il 13 marzo per Sony Music, l’EP digitale vanta la produzione dell’amico Ermal Meta (ad eccezione di “Fuori dal blues” prodotta da Giordano Colombo) e gli archi dello Gnu Quartet, che arricchiscono i brani dell’artista, che ancora una volta risultano convincenti già dal primo ascolto.

Per chi ha già avuto modo di apprezzarne i precedenti lavori, questo nuovo EP è la conferma che quella di Cordio è una personalità interessante, capace di indagare i sentimenti e di tingerli di una purezza ormai desueta.

Si parla di amori a distanza e di malinconia in “Quei giorni limpidi di leggerezza”, brano dai caratteri cinematografici, che costringe la mente ad immaginare, a ritrovarsi in una sorta di déjà-vu, in situazioni che molti di noi hanno già vissuto. Ed è proprio la capacità di riconoscersi nei vari personaggi, nelle storie che ci racconta Cordio, l’arma vincente di questo ep. L’ascolto prosegue con “Martina fa la guerra”, l’amore per una persona in guerra con se stessa, ambientato nelle strade di Milano, dove quei luoghi che hanno fatto da sfondo a una relazione adesso sono gli stessi che richiamano alla mente i giorni felici di qualcosa che probabilmente non esiste più. “Fuori dal blues” conferma le nostre impressioni su Cordio, ci catapulta ancora una volta in una serata qualunque, con lui che aspetta in macchina, mentre lei è a casa che sta finendo di truccarsi, la serata scorre veloce, e si arriva al finale di una di quelle notti che vorremmo non finissero mai e che riportano il colore nelle nostre vite. L’album si fa più intimo in “Vernice”, una ballata accompagnata da una chitarra acustica e da atmosfere ovattate, che ha il sapore dei ricordi di una notte tinta di blu, impressa nella memoria come le impronte nella vernice fresca. È uno di quei brani che l’artista riesce a far librare nell’aria e che rimangono impressi dal primo ascolto. L’ep si conclude con la disillusione di “Musica su Marte”, un’ottima riflessione sull’attuale scena musicale (“Ci sono più canzoni che orecchie”), su quella che sta diventando sempre più musica usa e getta, con brani che diventano vecchi in poche ore e non hanno nulla di quella immortalità a cui ci aveva abituati la nostra tradizione.

Questo nuovo capitolo ci mostra un Cordio maturo, che ha lo sguardo rivolto al passato e ai ricordi, ma che sa guardare al proprio futuro con brani dal sapore agrodolce che non hanno perso la capacità di farsi ricordare.

Recensione a cura di Egle Taccia

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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