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“Corpo Minore” è la confessione a cuore aperto di Cappadonia [Recensione]

Cappadonia torna con “Corpo Minore”, album da lui interamente scritto, prodotto e arrangiato. Registrato su nastro al Duna Studio per Brutture Moderne, l’album vanta delle collaborazioni importanti quali quella con Federico Poggipollini, con la sua chitarra in “Sotto tutto questo trucco” oltre, tra le altre, a quella con Alosi, Nicola Manzan ed Emanuele Alosi, quest’ultimo già al suo fianco nel progetto Stella Maris.

Per questo album l’artista ha scelto una completa libertà artistica, proponendo un suono volutamente fuori moda, incentrato sulle chitarre. Il titolo esprime la necessità di non sottovalutare tutto ciò che all’inizio può sembrarci secondario, come i corpi minori che abitano l’universo, ma che pian piano potrebbe riuscire a stravolgere tutte le nostre certezze.

È a questi corpi minori che sono dedicati i nove brani dell’album, che esprimono le riflessioni e i pensieri più intimi dell’artista, mentre dialoga col suo interlocutore manifestando rabbia, disillusione, tenacia. Il suo stile è perfettamente riconoscibile nei brani, in assoluta continuità con il precedente “Orecchie da elefante”.

L’ascolto comincia dall’oscurità di “Io no”, pezzo poggiato su un corposo arrangiamento di chitarre, incentrato sulla difesa del tempo. È solo un momento di riflessione, perché subito dopo l’album esplode sulle note di “Sotto tutto questo trucco” nel quale troviamo le schitarrate di Federico Poggipollini che colorano il brano di sfumature accese. Arriviamo così alla title track “Corpo minore”, pezzo intenso che esprime tutta la nostra impotenza dinnanzi all’immensità di questo mondo, sicuramente il momento più intenso dell’album. Altro brano da segnalare è certamente “Cometa senza coda”, scaldato dagli archi di Nicola Nieddu. “Stelle latenti” è un brano pieno di domande, che forse un giorno troveranno risposta. Richiami a un certo brit-pop di matrice Oasis fanno eco ai rimpianti e alle riflessioni di “Fango”, tra i brani più significativi del disco. L’album si chiude con una luce di speranza, con la voglia di celebrare la vita di “Siamo in tempo”.

Cappadonia con questo lavoro si conferma come una delle migliori voci del nuovo cantautorato, grazie alla sua abilità nello scavarsi dentro e nel raccontarci con brutalità la sua vita e i suoi dilemmi esistenziali, nei quali non faticheremo a riconoscerci.

“Corpo minore” è un album da ascoltare di notte da soli, perché in quella solitudine ci spingerà ad esplorare le parti più nascoste del nostro cuore e ad affrontare il buio che vi si nasconde.

Recensione a cura di Egle Taccia

Written By

Egle è avvocato e appassionata di musica. Dirige Nonsense Mag e ha sempre un sacco di idee strambe, che a volte sembrano funzionare. Potreste incontrarla sotto i palchi dei più importanti concerti e festival d'Italia, ma anche in qualche aula di tribunale!

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