Dall’ 8 marzo, presso gli incantevoli spazi della Mole Vanvitelliana di Ancona, è possibile assistere alla mostra fotografica di Henri Cartier Bresson. Una selezione di 140 scatti in bianco e nero curata originariamente dall’editore e amico Robert Delpir e realizzata in collaborazione con la Fondazione Henry Cartier-Bresson e Magnum Photos Parigi.
Cartier-Bresson, figlio del fermento artistico parigino degli anni ‘30, ha iniziato a scattare le prime istantanee senza avere ancora chiaro quale sarebbe stato il suo futuro, ammettendo addirittura di non capire nulla di fotografia. Segnato dal surrealismo, lo ha interpretato anche fotograficamente ricercando la straordinarietà del quotidiano e dell’attimo. È infatti sul “momento decisivo” che si è costruita tutta la sua carriera, carriera che, nel 1947, lo ha portato a fondare, insieme a George Rodger, Robert Capa, David Seymour e William Vandivert, la famosa agenzia Magnum Photos.
Non sono ossessionato dalle foto. Sono ossessionato da ciò che vedo, dalla vita, dalla realtà. La fotografia per me è la gioia di osservare attraverso uno strumento che registra istantaneamente. Ma è solo uno strumento.
Passeggiando nella sala Vanvitelli di Ancona, tra gli scatti esposti, è impressionante vedere come il fotografo sia sempre riuscito a cogliere in un baleno un episodio apparentemente insulso e a valorizzarlo sapendolo semplicemente guardare con una prospettiva diversa. È impressionante notare come ogni scatto risalente a decine e decine di anni fa risulti ancora così contemporaneo. È altrettanto impressionante come, agli occhi dello spettatore, risulti facile e sorprendente al tempo stesso riuscire a vivere le emozioni suscitate dal soggetto della fotografia.
Fotografare significa porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore.
La mostra, organizzata da Civita Mostre e promossa dal Comune di Ancona, sarà visitabile fino al 17 giugno 2018.
Cinzia Canali