15 maggio 2019, Milano: non sembra esserci il pienone alla Santeria Social Club di via Toscana, ma già al nostro arrivo l’entusiasmo dei presenti si fa sentire, al punto che è impossibile accedere per tempo alla sala concerti per guadagnarsi le prime file. Il pubblico riempie la sala per tre quarti ed attende con trepidazione l’arrivo di Miles Kane, che già pochi mesi fa era piombato nella città meneghina grazie ad un notevole set acustico “en solo” al Rock’n’Roll Club, un evento per pochi intimi che ha aumentato l’hype per quel gran disco che è “Coup de Grace”, già recensito sulle nostre pagine.
Il live inizia puntuale alle 21:30, quando Miles e la sua magnifica band composta dalla batterista Victoria Smith , il bassista Nathan Sudders ed il chitarrista Dom John fanno il loro trionfale ingresso sul palco, dietro al quale viene semplicemente proiettato il nome dell’artista in carattere bianco su sfondo nero: a questa semplicità scenica fa da contraltare un tamarrissimo Miles, vestito di giacca nera con revers e inserti rosa, petto in bella mostra e due righe d’argento sulle guance, a dargli un po’ il tono di un guerriero nativo americano, un po’ quello di un “electric warrior” dell’era glam (ogni riferimento a Marc Bolan non è affatto casuale).
L’apertura è semplicemente feroce: in un set essenzialmente imperniato sull’ultimo album è la bomba “Silverscreen” a scaldare i presenti in questa ennesima serata di maggio caratterizzata da un’aria tagliente. Un po’ di T-Rex uniti a del sanissimo punk rock sono davvero l’ideale per scaldare l’atmosfera e farci capire che sarà impossibile riguadagnare il fronte del palco, perché il pubblico già balla e si stringe sulle prime file acclamando Miles e la sua affiatatissima live band, che ricambiano picchiando duro sui propri strumenti mentre il frontman si agita come un dannato per scaldare ulteriormente gli animi, compiendo un breve excursus nella precedente discografia con due esplosivi classici come “Give up” ed “Inhaler” che fanno la gioia di tutti i presenti al di là e al di qua del palco.
Non c’è che dire, l’artista britannico mostra da subito una perfetta padronanza del proprio mestiere, elargendo quella che una volta usciti ricorderemo come una delle più notevoli lezioni di rock alle quali abbiamo assistito in questo 2019: con un perfetto mix di energia e carisma innato, Kane conquista il pubblico portandolo sull’ottovolante più glamorous del mondo, rallentando un pochettino il ritmo con un tris dei brani più lenti e melodici dell’ultimo album, sbattendo in faccia a tutti una struggente interpretazione di “Loaded”, un’allegra e brillante “Shavambacu” e una “Killing the Joke” romantica e furbesca che funge infatti da inatteso preludio alla velocissima “Too Little Too Late”, che scatena nuovamente il ballo e qualche accenno di pogo nelle primissime file.
La situazione non è forse quella trionfale della sortita milanese di tre anni fa con i Last Shadow Puppets insieme all’amico Alex Turner, ma a Miles Kane questo non importa, anzi, il contesto intimo del Santeria sembra esaltarlo ulteriormente come protagonista indiscusso della serata e pura anima rock che vive del calore di un pubblico adorante, venuto appositamente per ballare e divertirsi con lui, che si mostra spesso compiaciuto e in almeno in un paio di occasioni ci dà l’impressione di trattenersi dal saltare sul pubblico per fare un po’ di sano stagediving, al quale invece non rinunceranno da qui alla fine del concerto due o tre fan, strappando un sorriso al cantante ed alla band.
La scaletta prosegue seguendo il meccanismo ormai bene oliato, alternando brani vecchi e nuovi per la felicità di tutti i presenti, con attimi di delirio al momento dell’esecuzione di altri due “pezzoni” da “Coup de Grace”, ovvero l’angry-love-song “Wrong Side Of Life”, letteralmente da pelle d’oca, e il single “Cry On My Guitar”, negli ultimi mesi trasmesso con continuità sulle radio rock nazionali guadagnando meritatamente un bel po’ di nuovi fan al nostro.
Ad un certo punto, arriva una piacevole ed inattesa chicca per il pubblico italiano, quando sul palco con Miles sale Angelica, ex voce dei Santa Margaret, e parte nel contempo un giro di basso a dir poco inconfondibile e, no, non ci sono dubbi: i due iniziano a cantare insieme in una sorta di medley angloitaliano “Amarsi un po’”, il capolavoro che Lucio Battisti propose al pubblico internazionale tradotto come “To Feel In Love” nell’album “Images”. L’esecuzione colpisce per affiatamento e senso del ritmo di cantanti e musicisti, con Miles che canta le proprie strofe in inglese e Angelica il ritornello in italiano, un momento intenso e prezioso che raccoglie una meritata ovazione da parte dei presenti, che apprezzano sia l’omaggio all’Italia, sia l’interpretazione perfetta di questo classico.
Giunge quindi il momento del gran finale: è una versione quasi funky di “Coup De Grace” a riaccendere la miccia dopo il precedente momento soft, prima dei ringraziamenti di un felicissimo Kane al pubblico, al quale dedica il classicone “Don’t Forget Who You Are”, sostenuto a tal punto dai cori da costringere i musicisti, già pronti a lasciare il palco, ad una reprise esaltante in cui la voce del pubblico si sostituisce a quella del frontman, non smettendo neppure quando dal palco escono tutti quanti. La band dopo pochi secondi non può che rientrare, ringraziando nuovamente i presenti e dando il colpo di grazia, quello vero, con un altro pezzo da novanta: tocca a una furiosa versione di “Come Closer” il compito di scaricare le energie residue, salutando definitivamente un pubblico in delirio che continua a cantare il ritornello fino a che si accendono le luci, sancendo la conclusione definitiva del live.
Sono le 23:00 esatte, dopo un’ora e mezza di adrenalina non resta che andarcene soddisfatti al 100%: Miles Kane e la sua band hanno dato un’autentica lezione di rock, fatto di velocità, furore artistico, dinamismo e sano sudore figli di un’attitudine sincera e dalla semplice voglia di fare bella musica divertendosi con i propri fan, che nel delizioso contesto della Santeria Social Club hanno profuso l’entusiasmo delle più grandi occasioni.
Semplicemente fenomenale, grazie Miles.
Setlist:
- Silverscreen
- Give Up
- Inhaler
- Loaded
- Shavambacu
- Killing the Joke
- Too Little Too Late
- LA Five Four (309)
- Wrong Side of Life
- Colour of the Trap
- Rearrange
- Cry on My Guitar
- Can You See Me Now
- To Feel In Love/Amarsi un po’ (cover di Lucio Battisti con Angelica)
- Coup De Grace
- Don’t Forget Who You Are
- Encore – Come Closer