Sabato sera al Monk c’era grande fermento e grande attesa per il primo festival organizzato da Sei tutto l’indie di cui ho bisogno, la più seguita e attiva community on-line sulla musica indipendente italiana.
Gli elementi che facevano pensare ad un festival c’erano tutti: due palchi per i concerti, un’area dedicata agli illustratori, divanetti e angoli relax ma soprattutto la voglia di passare una bella serata tra amici. Il Sei tutto l’indie fest, infatti, è stato soprattutto questo: una grande festa per stare insieme, ballare, divertirsi e ascoltare buona musica.
I protagonisti sul palco, che abbiamo conosciuto nelle scorse settimane, sono stati Portobello, Mòn, Mary in June e Pinguini Tattici Nucleari mentre nel salotto del Monk la faceva da padrone l’etichetta romana Noia dischi con Chiara Monaldi e Giuseppe Catanzaro.
Il compito di aprire la serata e far avvicinare il pubblico al palco è toccato a Portobello, che, accompagnato per la prima volta da tutta la band, ha presentato i quattro brani contenuti nel suo EP 1980, appena uscito sotto l’insegna Diavoletto Netlabel; tutta l’energia che si poteva intuire dall’EP è stata confermata nell’esibizione live della band civitavecchiese, che se la cava egregiamente nonostante l’impianto del Monk non sempre permetta di godere a pieno dei live.
Tocca proprio a Damiano introdurre la sorpresa della serata: come già annunciato sulla bacheca dell’evento, Cambogia si sarebbe esibito sul palco del Monk ma in una situazione particolare. Sui muri della sala concerti, infatti, è stato proiettato il visual live dell’artista che, con la sua band, ha eseguito Oki, tratta dal suo primo album La sottrazione della gioia.
Proprio Cambogia, tra un rimando agli anni ’80-’90 e l’altro, ha presentato i Mòn, la seconda band a calcare fisicamente il palco. Il gruppo ha presentato l’EP Zama, fresco fresco di stampa; tra atmosfere folk e innesti elettronici, il gruppo romano ha proiettato il Monk in una dimensione onirica.
La band romana ha passato il testimone all’altra band capitolina: i Mary in June, che, con il loro rock, hanno acceso il Monk; la band ha suonato quasi tutto l’ultimo lavoro, Tuffo, uscito poco più di un anno fa.
Gli ultimi a salire sul palco sono stati i Pinguini Tattici Nucleari che vincono il premio “Band meglio vestita della serata”: tra la maglia di Nainggolan, il cappello giamaicano compreso di dread e la t-shirt che recitava “meet me in the backstage”, hanno mandato il pubblico in delirio: i fedelissimi della prima fila saltavano e si dimenavano, quelli in posizione più defilata cantavano e muovevano la testa a tempo; tutto il Monk partecipava al live della giovane band bergamasca che ha alternato brani dal nuovo lavoro Gioventù brucata e da Diamo un calcio all’aldilà.
Il primo tentativo di Sei tutto l’indie di cui ho bisogno di uscire dal virtuale per organizzare qualcosa di reale è riuscito molto bene; speriamo tutti che sia solo il primo di una lunga serie!
Le scalette dei live:
Portobello
Fuori di qua
Universo
Anima libera
Quelli di sempre
Mòn
Lungs
Alma
Forest of cigarettes
Indigo
Fluorescence
Fragments
That melts into spring
Mutter nacht
To marienne
Nina (bis)
Mary in June
Sogni per l’analista
Fango
Confini
Qualcuno con cui correre
Combustibile
Coloranti
Nuova fine
Un giorno come tanti
Combustibile (bis)
Pinguini tattici nucleari
Sciare
Le gentil
La strategia della tenzone
Cancelleria
Me want marò back
Gioventù brucata
79
Bagatelle
Test d’ingresso di medicina (bis)