Dangerous man è il disco d’esordio del cantautore genovese Edoardo Pasteur. Tredici tracce e un sound che vogliono rendere omaggio all’America, a partire dalla musica tipicamente folk-rock, passando dalla letteratura, fino al cinema.
Un lavoro sicuramente ambizioso che però pecca di una certa ingenuità: se da un lato è da apprezzare l’ottimo lavoro dei musicisti che hanno collaborato (Luca Borriello, Giacomo Caliolo, Toni Colucci, Pino Di Stadio, Stefano Molinari, e Marco Biggi nel mixaggio e mastering), dall’altro i testi tendono a cadere nella banalità e la scelta del cantato in inglese, un inglese molto scolastico, non aiuta a migliorare la situazione.
Tra i brani presenti nella tracklist i più interessanti sono: Big fish, una ballad rock ispirata all’omonimo film di Tim Burton e Hey hey you (The warriors), anch’esso influenzato da un altro cult movie come “I guerrieri della notte” di Walter Hill. Da ascoltare Brothers (Paris, 13th November 2015), pianoforte in primo piano in una dedica alle vittime della tragedia al Bataclan e Carry the fire, che trae ispirazione dal celebre romanzo “The road” di Cormac McCarthy. Meritevole pure l’ultima traccia, Child of the storm, sicuramente la migliore del disco, in cui il recitato di Pasteur in versione Cohen viene accompagnato da una parte cantata affidata alla brava EleNina Barberis.
“Dangerous man” non è riuscito a raggiungere gli obiettivi prefissati, probabilmente per una mancanza di consapevolezza, ma va comunque apprezzato il tentativo coraggioso.
https://youtu.be/-krXXOxpGeI
TRACKLIST
- Big fish
- Dangerous man
- Brothers (Paris, 13th November 2015)
- Fire (Prometeus song)
- Let it rain
- Princess gaze
- The Runaway train
- Hey hey you (The Warriors)
- Come sit by my fire
- Whatever it takes
- I got a name
- Carry the fire
- Child of the storm
Recensione a cura di Cinzia Canali