“Black Light White Dark”, un titolo ossimorico che traduce perfettamente la simbologia orientale del tao adottando come immagine di copertina un artwork che dà vita per assurdo ad un’impossibile eclissi di luce, sovvertendo ogni reale criterio percettivo. Un’iperbole visiva finalizzata ad esprimere la necessaria ed imprescindibile compenetrazione fra luce ed oscurità quella che sta dietro all’importante concept sviluppato da Evi Vine, a metà strada fra l’alternative e la dark wave.
L’artista londinese, con la preziosa produzione di Dave Izumi e Phill Brown e le illustri collaborazioni di Simon Gallup dei Cure, al basso nella maestosa “Sabbath”, Peter Yates della cult band dark dei Fields Of The Nephilim e tanti altri, ambisce con merito al ruolo di musa di culto della più recente scena alternative/gothic, proseguendo idealmente la strada tracciata da muse antesignane del genere come Lisa Gerrard, Elizabeth Fraser e Monica Richards.
Voce eterea e cristallina contrapposta a sonorità notturne, Evi Vine è una sirena incantatrice che con il suo canto suggestivo ed un lirismo appassionato rinverdisce quella tradizione musicale gotico/neoromantica che si fece erede della grande tradizione letteraria ottocentesca del genere, rappresentando un mondo oscuro ed affascinante, dominato dalla forza di un sentimento interiore vivo ed ammaliante tanto nei suoi aspetti più angelici, quanto in quelli più arcani e notturni.
Attraverso solamente sei conturbanti canzoni, Evi Vine in poco meno di quaranta minuti dà vita ad un’opera importante ed ipnotica, che rapisce l’anima dell’ascoltatore immergendola in quel caleidoscopio sinestetico di note e colori che nasce dall’eterna lotta fra il giorno e la notte. Album ricco di richiami al gotico anni ’80, per l’uso delle chitarre e soprattutto della sessione ritmica, “Black Light White Dark” rinverdisce i fasti del genere, rievolvendolo in chiave contemporanea grazie alla ricercatezza e alla pulizia del sound elettronico: questi elementi, messi al servizio della splendida voce di Evi e delle sue doti interpretative, ci portano a consigliare l’ascolto dell’album agli amanti del genere e non solo.
Grazie ad altre recenti uscite di artisti come Collection d’Arnell-Andréa e Dead Can Dance, questi ultimi mesi sono ricchi d’interesse per gli amanti della musica oscura più raffinata.
Tracklist:
- I Am The Waves
- Afterlight
- Sabbath (feat. Simon Gallup)
- My Only Son
- We Are Made of Stars
- Sad Song No.9