Il 18 Gennaio scorso è uscito “Paz” (Puntoeacapo / A1 Entertainment), il nuovo album dei Babil On Suite, gruppo di dj, compositori e musicisti catanesi. Il titolo proviene dal Portoghese, significa pace, e rappresenta la pace artistica raggiunta dalla formazione con questo album.
“Paz” contiene tutte le contaminazioni della band, che si muove dalla world music al dub, dalla dance al pop, dal funk alla disco anni ‘80.
Tre voci tanto diverse e complementari colorano l’album, quella di Caterina Anastasi dal carattere retrò; quella di Manola Micalizzi, ritmata ed esotica; ed infine quella di Geo Johnson, dal sapore funky-rap e internazionale.
Premendo play veniamo travolti dall’energia della formazione, che ha la capacità di portare ritmo e allegria nelle vite dei propri ascoltatori, che sfido a restare fermi dinnanzi a questo colorato tornado di suoni.
Un album che, come dicevamo, fonde la black music con la world music, per un risultato eccellente, ricco di brani travolgenti. “Call Another Boy” è un pezzo che ci fa fare il giro del mondo, chiedendoci di spezzare ogni legame col passato e di buttarci verso un futuro più luminoso; dichiaratamente ispirato a “Praise You” di Fatboy Slim, è un brano che entra in testa e non ci fa smettere di riascoltarlo.
Al viaggio musicale dei BOS si è unito anche Mario Venuti, per dar vita al singolo estivo “Boa Babil On”, i cui suoni ci portano verso il Brasile, in un mix di eleganza e ritmo.
Su “From Distance” l’album si trasforma completamente, creando un ponte verso il pop elettronico, i cui bassi però sembrano attingere dal mondo del rock. Un pezzo che ci porta a viaggiare verso i ruggenti anni ’80.
“In My Cinema” è un omaggio a Lucio Dalla, uno dei primi scopritori della band, che ne ha prodotto l’Ep di debutto e che è parte dei cuori di ognuno dei componenti della formazione. Il pezzo ricorda i lunedì sera degli anni ’80, dove a fare da apripista alle anteprime internazionali sul piccolo schermo arrivava la sigla di Lunedì Film, scritta e cantata proprio dal loro mentore.
Da citare anche la title track “Paz”, che è rappresentativa del mash up musicale dell’album, dove vari generi si mescolano e sovrappongono, creando un sound originale e trascinante.
Nell’album c’è anche spazio per una versione tutta loro di “Sing It Back”, brano che sembra essergli stato cucito addosso.
Che dire, “Paz” è un disco da ascoltare, un album capace di far tornare il sole anche nelle giornate più buie.
Recensione a cura di Egle Taccia