Pronti, partenza, via!
“’O treno che va” è un treno composto di 14 vagoni che viaggia su un italianissimo binario: il binario Foja.
“Cagnasse tutto” è il brano di apertura e che, intriso di un accattivante riff rock-blues con ritornelli melodici, inaugura il viaggio. Fin dal primo ascolto è chiaro che il terzo album della band napoletana è di prima classe e allora non resta che godersi ogni singolo brano, strettamente e perfettamente legato uno all’altro come i vagoni di un treno.
Si prosegue con un energico tocco di folk con richiami blues di “Gennaro è fetente”, brano che vede la frizzante partecipazione di Edoardo Bennato e della sua inconfondibile armonica. I BPM aumentano con il brano “Chin’e pensieri”, passando per la romantica “Nunn’è cosa” fino ad arrivare al title track dell’album “’O treno che va” e con questo nessuno può fermare i Foja che viaggiano sicuri e ad alta velocità senza dimenticare le proprie origini. Queste ultime si manifestano con orgoglio in “Buongiorno Sofia”, sesta traccia dell’album che racchiude tutto l’amore per una città, Napoli, ricca di tradizione e conoscenza. Proprio per questo motivo i Foja non tradiscono il loro DNA e scrivono testi in dialetto, accompagnandoli sempre da un profondo rispetto per la dinamica dall’intenso sapore mediterraneo.
Perfettamente in sinergia tra di loro, i brani mixano le giuste dosi di blues, folk, pop, country e rock. Con suoni d’altri tempi ma minuziosamente internazionali, si arriva al moderno brano “Aria ‘e mare” con la preziosa partecipazione di Ghigo Renzulli (Litfiba) che regala inimitabili note country.
Autentico e passionale, quest’album non teme di uscire allo scoperto e mostrarsi romantico con le malinconiche melodie di “A chi appartieni” oppure di allietare il viaggio con un groove rock-caraibico insaporito dai fiati e dal magico sax di Daniele Sepe in “Famme partì”. E si arriva quindi al vagone, o meglio, al brano “Dummeneca”: qui l’infanzia la fa da padrona e i ricordi delle intense e spensierate domeniche trascorse nei Quartieri Spagnoli affiorano prepotenti. Un pizzico di sound messicano è la ciliegina sulla torta!
La piena maturità artistica dei Foja si comprende in ogni singola nota di quest’album, che rivela totalmente la grande capacità di fondere modernità e tradizione, puro istinto e dolcezza, profondità e leggerezza. Tra i suoni partenopei di “Tutt’e due”, i synth e gli organi folk di “Nina e ‘o cielo” e l’avvolgente banjo della ballata country-rock di “Statte cu’ mme”, arriviamo all’ultimo brano ovvero la dolce e rasserenante “Duorme”. Il viaggio si chiude con questa ninna nanna che però vuole, ancora una volta, confermare le forti identità mediterranee della band, in un tripudio di suoni classici e di emozioni semplici e immacolate.
In conclusione, in “’O treno che va” si mescolano perfettamente tutti gli strumenti, dalle chitarre elettriche al mandolino, dal piano al violoncello fino agli archi e alle percussioni. Dario Sansone (voce e chitarra), Ennio Frongillo (chitarra), Giuliano Falcone (basso), Gianni Schiattarella (batteria) e Luigi Scialdone (chitarra, mandolino e ukulele), nel pieno rispetto del nome stesso della band, accendono l’anima e la riscaldano con il loro sound travolgente. Arrangiamenti che sono piccoli gioielli, immenso amore per la lingua napoletana, unione creativa di cinque talenti esplosivi, fanno dei Foja un gruppo pronto a girovagare e a farsi conoscere con forza, fermandosi di stazione in stazione ma senza mai stancarsi dell’itinerario. E allora buon ascolto…anzi, buon viaggio!
Recensione di Silvia Rivetti