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R.Y.F. “Shameful Tomboy” è una lettera a cuore aperto [Recensione]

R.Y.F. è l’acronimo di “Restless Yellow Flowers”, una citazione da “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov dietro a cui si cela, ma non troppo, Francesca Morello, cantautrice e chitarrista queer che con il suo progetto “cerca di dare voce alle diversità, alla comunità queer e alle difficoltà che incontra nella società eteronormativa, alle persone non binarie e a tutte le favolose creature”.

“Shameful Tomboy”, il secondo album uscito come R.Y.F. è un lavoro che proprio per questo sfugge ad ogni definizione: rock, cantautorato, elettronica, industrial, folk apocalittico si incontrano ed intrecciano per dare vita ad un’esperienza d’ascolto unica e caratterizzata da una profonda crudezza.

Trait d’union fra questi stilemi così differenti è la voce di Francesca, capace di conferire ai dieci brani del disco una profonda drammaticità e pathos. La lotta fra luce ed ombra, il desiderio di uscire allo scoperto ed essere accettati per ciò che si è, la rabbia e la dolcezza, la melodia e la furia… “Shameful Tomboy” è un’esplosione di sentimento ed umanità attraverso diverse lingue musicali.

I brani di “Shameful Tomboy” sono dieci urla disperate che suonano come espressione artistica estrema e disperata, tenace rivendicazione ad esprimere il proprio essere. Le atmosfere oscure ed inquietanti dell’album esprimono in realtà un profondo anelito verso la luce e sentimenti non ricollegabili a nessun sesso o genere, ma semplicemente umani.

È dunque lo struggimento oscuro il sentimento che più caratterizza quest’album di R.Y.F., in una maniera che pur adottando linguaggi musicali ci fa ripensare a quella rabbia e dolore presenti in opere come quelle dei primi NIN, Mad Season, Alice in Chains. “Shameful Tomboy” è un ascolto duro e perturbante che riesce a toccare il cuore dell’ascoltatore, suscitando una profonda empatia e conquistandone l’orecchio con le sue sonorità affascinanti.

Un ottimo album che ridefinisce a modo suo il concetto di musica estrema, enfatizzandone l’aspetto più profondamente emotivo oltre a quello puramente estetico e formale.

 

 

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