“Camouflage” è il primo disco dell’artista romana Ditonellapiaga, classe ’97, sintesi perfetta di una personalità poliedrica, disponibile dal 14 Gennaio scorso su tutte le piattaforme digitali e nei negozi fisici. Se si dovessero trovare degli aggettivi per descriverlo potremmo definirlo carnale e trascinante, ricco di mille atmosfere.
Un po’ come un viaggio in aereo, è un alternarsi di fischi nelle orecchie, adrenalina e quiete, un disco da ascoltare con un bel bicchiere di vino rosso in mano.
“Morphina”, il primo brano dei dodici presenti nell’album, è un inno al piacere sessuale. Sudore, saliva, grida d’istinto, una celebrazione del sesso che distrugge il tabù, con un beat che sembra narrare quel connubio di sensazioni inspiegabili, di reazioni psicofisiche, quell’estasi profana tra le meraviglie dell’Eden.
Il secondo singolo, “Non ti perdo mai”, scritto con Fulminacci, racconta la sfumatura cromatica che contrasta il sentimento. Se la prima traccia è un rosso caldo, oserei dire bollente, qui si fluisce verso un blu profondo, spirituale, fatto di ricordi, parole d’amore non dette e lontananza.
La quarta traccia “Prozac” è una canzone da far vibrare le pareti di un tipico garage Nord americano. Un suono grave, un gioco di corde, un sussurro, una distorsione vocale, un respiro ansimante, una collisione di neuroni, il panico mentale.
“Non ti perdo mai”, quinta canzone dell’album, se da un lato si allontana dal mood fisico, graffiante, di questo progetto musicale, dall’altra è l’anello centrale, la chiave di volta, intima, malinconica ed essenziale, un elemento neoclassico in un’architettura barocca.
Con il settimo brano “Dalla Terra all’Universo” si riprende il viaggio tra le sonorità romantiche anni ’60, cullate da archi e voce, con una modernità che entra con prepotenza accompagnata da cassa e basso.
“Connessioni” rappresenta il ricercare e trovare serenità in mezzo ad una connessione sentimentale debole, a tentativi vani di dialoghi telefonici, vocali inascoltati o abbandonati dopo aver visualizzato. Essere appesi ad un filo, schiavi della tecnologia, è la metafora che esprime una scarsa chimica amorosa.
Il penultimo brano è l’ultimo che vogliamo tentare di raccontarvi per poi lasciarvi il gusto di scoprire da soli come va a finire…
“Altrove” è la storia di due innamorati che scappano dall’asfissiante città per incontrare se stessi. Sogni e libertà su un beat che ricorda il rumore inconfondibile degli pneumatici sull’asfalto, una fine tragica, marionetta di un destino che non sempre è dalla nostra parte, ma nonostante tutto ricordiamoci di scivolare.
“Camouflage” si presenta come un disco interessante, prima prova di un’artista che abbiamo avuto modo di apprezzare a Sanremo con Rettore e di cui sicuramente sentiremo parlare a lungo.
A cura di Costanza Maugeri