Oggi vogliamo raccontarvi “Con permesso”, il nuovo disco di Cecco e Cipo, concorrenti dell’ottava edizione di X- Factor al loro quinto album.
Se da una parte la pandemia ci ha isolati, dall’altra ci ha messo in contatto con quella parte di noi che ci fa un po’ più paura proprio perché non abbiamo il tempo per esplorarla presi dai nostri mille impegni… come si dice?
Ciò che non si conosce, fa paura. Questi due ragazzi hanno dato vita, durante il lockdown, a dieci pezzi che parlano d’amore.
Molte volte, anche nel settore musicale, si tende a categorizzare, ingabbiare e per tale motivo banalizzare. Forse per abitudine, associamo ad un tema impegnato un ritmo “serioso”, così come ad un argomento più leggero un’ atmosfera musicale che lo rispecchi.
Ma chi lo ha imposto? Nessuno, la musica è espressione delle nostre emozioni e le emozioni non possono essere semplicemente schematizzate. Cecco e Cipo ci presentano mille sfumature dell’amore: quello per se stessi, quello per l’ambiente, l’amore in senso stretto, quello per la poesia e l’arte della narrazione e chi più ne ha, più ne metta.
Ascoltando le dieci tracce si coglie un’interessantissima contraddizione: un ritmo canzonatorio, disimpegnato che sottolinea, evidenzia con pause marcate.
“Che fine ho fatto? “ dà inizio all’album rispondendo ad un fittizio fan, che universalmente rappresenta tutti i fan che li aspettavano con altra musica. Narrano di pregi e difetti, amori e delusioni, con un tono amichevole, da pacca sulla spalla.
Scorriamo veloci, ma non troppo, e tu che leggi “Tieni il passo con l’amore“. Sì, perché l’amore ha i suoi tempi fuori da questo mondo nel quale governa. Un fulmine a ciel sereno che cambia ogni cosa e quando possiamo dire “ho incontrato te, mi attraversi l’anima, possiamo perderci in questo cielo, ma importante è ritrovarci, comprendiamo che la saetta ha colpito anche noi”.
A volte ci chiediamo se per raccontare serva una descrizione minuziosa, ma in realtà tra le note ci si deve perdere da soli, per questa ragione amiamo lasciare la maggior parte della scoperta ai vostri auricolari o alle vostre radio…
Da segnalare la penultima traccia, “Ragno tessitore”, sconfinata come quei quadri nei quali la scena va oltre la tela. Teniamoci insieme con un filo sottilissimo di quelli che non costringono, ma leggeri costruiscono una meraviglia.