È un romantico inseguitore di un sogno Luca Spaggiari, fondatore di una vera “utopia musicale” qual è la sua etichetta Private Stanze nonché soprattutto dei Fargas, anomala creatura della scena italiana giunta al quinto album in ormai diciott’anni di onorata e coerente carriera. In una formazione a cinque ormai stabile che include ottimi musicisti come Alberto Urbelli, Francesco Zaccanti, Luca Perciballi e Marco “ED” Ross, i Fargas diventano maggiorenni con “Città animale”, album che conferma il talento e la maturità di questo progetto.
Caratterizzato da atmosfere profonde e notturne tratte dalla musica dei Veils o di Tom Waits, il sound dei Fargas dà vita a nove suggestivi blues cantautoriali. Splendidamente suonato ed arrangiato da questo manipolo di ottimi musicisti, le musiche di “Città animale” si sposano con la ruvida voce di Luca, splendido artista la cui impostazione ci ricorda in parte Rino Gaetano e in parte Luca Carboni: a distinguerlo dai due grandi cantautori è l’assai minore dose d’ironia, compensata da un forte senso di disillusione ed amarezza, dal quale tuttavia scaturisce una rabbia positiva desiderosa di ribaltare lo sconsolante scenario della città poco ideale cantata nel disco.
Le nove canzoni di “Città animale” intrecciano altrettante storie carpite da Luca in anni di esplorazione urbana, vagabondando qua e là come un randagio alla ricerca di barlumi d’umanità in mezzo al grigiore contemporaneo. Impregnato di un disperato lirismo, il disco è a tratti un duro pugno allo stomaco per via delle immagini vivide e reali che questi intensi brani riescono a trasmetterci.
La speranza tuttavia ci lascia sempre intravedere una via di fuga, ed è anche per questo che l’ultimo lavoro dei Fargas ci conquista e affascina lasciandosi riascoltare più volte. “Città animale” è un ottimo esempio di cantautorato contemporaneo, suonato magistralmente e capace di rappresentarci la nostra realtà con uno sguardo lucido e umano, che non scade in inutili patetismi.