Fuori dal 29 marzo il nuovo album che svela il lato positivo del future pop vestito di un’estetica orientale fatta di citazioni erotiche e icone stellari.
L’eccesso è la parola d’ordine, o meglio di disordine, di MYSS KETA, la “sacerdotessa della notte” che usa il linguaggio della dismisura per poter misurare il mondo e decodificarcelo. Non a caso sceglie una location piuttosto inusuale per poter presentare alla stampa PAPRIKA, il nuovo disco pubblicato per Island/Universal Music Italia. Un bancone ricco di formaggi, un calice di vino rosso frizzante e un panino anti dieta che mi guarda dal basso di un tavolino, sono gli elementi di design che mi circondano. Ma il picco della glam-attitude è data da una mega mortadella posizionata sul bancone della gastronomia che ci ospita. Il rimando è immediato. Da lì a breve mi accorgo infatti che la cover disco ha come protagonista proprio un bel pezzo di “bologna” che fa da sella a Myss in una grafica iconica che non può non ricordare la stellare Valeria Marini di “Bambola”, intercettata però da una scenografia in pieno stile anime giapponese (guarda PAPRIKA del maestro Satoshi Kon). Ma da un guru della periferia nerd orientale alla metropoli erotica d’autore di casa nostra, il passo è breve. Infatti esplicito è l’omaggio, nel titolo, anche a Tinto Brass, che completa il tutto in un perfetto e sofisticato gioco di provocazione.
E poi c’è lei, in carne, maschera e latex rossi. Lei che è provocazione fatta arte. PAPRIKA è un progetto nato dalle menti chiaro(scure) della stessa Keta, Dario Pigato, RIVA e Simone Rovellini. Il risultato è un mash-up di r’n’b americano di futuristiche influenze avant pop. Non quindi banalmente solo rap o solo indie. D’altronde le etichette di genere le sono sempre state strette, proprio come al collega Achille Lauro che definisce “figo e genio”. E non c’è Lauro ma ci sono tante altre collaborazioni di spicco in quest’album composto da 14 brani di cui 11 inediti e 3 remix: Gue Pequegno in PAZZESKA (secondo singolo in uscita), Wayne Santana della Dark Polo Gang, Gemitaiz, Luchè e Quentin40, Joan Tihele, Elodie e Priestess. E ancora, nella produzione, troviamo Populous, Gabry Ponte e Cacao Mental, oltre che il già citato RIVA. Ma una menzione speciale va fatta al featuring con l’ultimo vincitore del Festival di Sanremo, Mahmood, con cui canta “Fa paura perché è vero” – “il brano più intimo dell’album, un’intimità dovuta alla vicinanza mentale che c’è fra di noi” – ha affermato MYSS KETA.
Questo conquilinaggio musicale è stato uno dei fattori determinanti di crescita artistica della performer, che sente di aver raggiunto un grado di maturità maggiore: “in questo progetto coabitano l’ironia che da sempre fa parte di me, e la sincerità. Sono due elementi che non si annullano a vicenda, anzi si esaltano”. Si tratterà quindi di un disco che seppur trainato da un’apparenza che la fa sempre da protagonista, si abbandonerà anche ad un animo più verticale con aperture tematiche più trasversali. “Accade ancora che si pensi che gli uomini possano parlare a tutti e che invece le donne possano rivolgersi solo ad altre donne trattando solo di problemi femminili. C’è ancora un forte patriarcato, ma non bisogna arrendersi e continuare a fare resistenza cercando di smuovere le cose”.
Dopo una serie di date instore che toccheranno le città di Torino, Milano, Roma, Bologna e Firenze, prenderà il via dallo Spazio 211 del capoluogo piemontese (data già sold out), il tour che arriverà a toccare il 25 maggio anche Milano (città natale e di culto di Myss), durante il Mi Ami Festival 2019. Crescono dunque le aspettative verso l’angelo dall’occhiale da sera da cui speriamo di essere un po’ tutti smascherati. Myss, mia cara Myss, donaci quindi tanta musica, trasgressione, e ovviamente, pace nel mondo.