Il 3 Dicembre ho partecipato alla serata conclusiva di Equilibri – tutti siamo diversi, una manifestazione organizzata dall’associazione culturale Azahar e fortemente sostenuta dalle istituzioni locali, che hanno concesso il patrocinio del Comune di Avola. Direttore artistico di questa meravigliosa iniziativa è Mauro Ermanno Giovanardi, a cui va riconosciuto il merito di aver convogliato nella cittadina il meglio di quella scena musicale che ha ben rappresentato col suo ultimo lavoro e che è uno dei più bei capitoli della nostra storia musicale. Il festival nasce per difendere e promuovere il rispetto per la diversità e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Equilibri rappresenta al meglio tutti coloro che, dalle difficoltà e dalle grandi sfide che la vita ci mette davanti, cercano di trarre il meglio, diventando un esempio di coraggio. In un mondo in cui è di moda indignarsi comodamente seduti davanti a un computer, Equilibri ci insegna che rialzarsi e rimboccarsi le maniche può fare la differenza.
Dopo una prima serata in cui Mauro Ermanno Giovanardi ha presentato La Mia Generazione, con i concerti di Cristina Donà, Mara Redeghieri, Cesare Basile, Sorge, domenica 3 dicembre siamo partiti per un bellissimo viaggio in compagnia di Irene Grandi ed i Pastis. “Lungoviaggio” è uno spettacolo speciale, perfetto per il festival, perché la sua caratteristica è proprio la diversità, il suo non essere catalogabile in alcuno schema di spettacolo o concerto. È unico e speciale nel suo genere.
Irene Grandi e i suoi compagni di avventura, infatti, ci rendono parte di un esperimento meraviglioso, dove la musica e le immagini si fondono a esperienze di vita quotidiana. Canzoni che passano attraverso le prime letture di un bambino, attraverso l’esperienza di cantare in una lingua che non è la propria, attraverso le voci dei mercati o di luoghi lontani. Il pubblico diventa protagonista di questo viaggio, fatto di fotografie, colori, luoghi, sensazioni, filosofia; a volte appare sullo schermo, tra le risate di alcuni e l’imbarazzo di molti, poco abituati a vedersi catapultati dentro uno spettacolo. Ci viene scattata una foto ad occhi chiusi, perché ad occhi chiusi andrebbe ascoltata la musica. Un divano è il protagonista del palco e dello schermo, tutto intorno a quel divano c’è un mondo. Dare un significato a quella presenza è complesso. È buffo pensare che il simbolo di uno stile di vita sedentario e passivo possa diventare il protagonista di un viaggio in giro per il mondo. Chissà se volevano dirci che nella vita si può scegliere di essere spettatori dell’universo, chiudendosi nella propria pigrizia, oppure essere protagonisti viaggiando, rischiando e scoprendo. Chissà.
Gli artisti ci portano nelle loro vite, ci fanno provare le loro esperienze raccontandocele con i loro occhi e la loro musica. Irene Grandi è eccezionale, perché ha saputo cambiare ruolo per raccontarci questa storia, sussurandola in punta di piedi e dimostrando ancora una volta di essere uno dei più grandi talenti di questo Paese.
Ha gli occhi belli di chi ama la musica e lo spettacolo, ha lo stesso entusiasmo di sempre. Ha coraggio, perché ci vuole coraggio a proporre uno spettacolo così nell’era del mordi e fuggi musicale. E vince. Vincono insieme. Ci portano persino dentro le loro case a conoscere le loro famiglie, perché in fondo la casa è il fulcro di ogni viaggio, quella che si deve abbandonare per conoscere il mondo e quella dove rifugiarsi quando ci si vuole buttare nel viaggio più difficile, quello alla scoperta di noi stessi. I genitori di Irene sono eccezionali nel mettersi in gioco cantando le canzoni della figlia.
Ancora una volta Avola si conferma un posto fantastico, dove gente fantastica utilizza la musica per dare il proprio contributo alla realizzazione di un mondo migliore, dove i musicisti riscoprono il significato più puro del loro lavoro.
È stato bellissimo incontrare tra il pubblico Cristina Donà, l’altra eccezionale donna di queste due serate, un’anima pura e una musicista unica, che ha voluto dare il proprio contributo a Equilibri e che si è innamorata di questo luogo e della gente che contribuisce a renderlo migliore.
Che il modello Equilibri sia di esempio a tutti e che questo festival possa crescere sempre di più e rendere Avola il cuore pulsante di un sistema dedito alla lotta contro tutte le barriere.
Report a cura di Egle Taccia