Un concerto rock, ma non solo. Definizione semplice che nelle sue mille sfaccettature riassume perfettamente lo spettacolo dei Kasabian andato in scena ieri sera al Teatro Antico di Taormina ed organizzato da Show Biz. Quella nella suggestiva cornice della “perla ionica” è stata la prima data italiana del tour di “For Crying Out Loud!”. Ma andiamo con ordine.
Che sarà una grande serata lo si percepisce già da prima delle 21:30 (ora prevista per l’inizio del concerto): gli spalti man mano vanno riempiendosi di gente che per ingannare l’attesa dà vita ad un numero imprecisato di “ole” finché dagli altoparlanti dello stage non viene diffusa la maestosa “Nessun dorma” interpretata dal mai dimenticato Luciano Pavarotti.
Puntualissime, come spesso accade a Taormina, alle nove e mezza le luci vanno giù e dei led rossi a ritmo di quello che tanto somiglia al suono di un EEG accompagnano l’entrata in scena di Sergio Pizzorno (voce e chitarra), Tom Maighaan (voce), Chris Edwards (basso), Ian Matthews (batteria) e Tim Carter (chitarre). Il primo pezzo in scaletta è il medesimo del nuovo album, Ill Ray (The King). Subito dopo è la volta di un classicone quale Underdog, peccato che l’interpretazione sia interrotta da un problema alla chitarra di Pizzorno così grave da chiedere 5 minuti di bontà agli spettatori in un italiano “maccheronico” sì, ma non pessimo.
Risaliti sul palco i Kasabian intonano Eez-Eh: il pubblico già esaltato dal brano di “48:13” va completamente in visibilio quando lo stesso pezzo viene riarrangiato dalla band divenendo Around The World dei Daft Punk. Questo è un primo assaggio di quello che più volte accadrà nel corso della serata, ovvero la trasformazione del teatro greco-romano in una vera e propria discoteca sotto le stelle con Sergio assoluto protagonista.
La scaletta proposta oltre a brani di “For Crying Out Loud!”, tra cui meritano sicuramente menzione Bless This Acid House ed il successo radiofonico You’re in love with a Psycho, vede anche pezzi appartenenti ai precedenti dischi della band di Leicester ormai celebri in ogni parte del globo: su tutti Shoot The Runner, Days are Forgotten, , The Man of Simple Pleasure, Club Foot, La Fee Vert (introdotta da un «Stasera facciamo la storia» di Pizzorno) e Treat. Brani di grande impatto, insomma, grazie a vari fattori quali sound coinvolgente, groove maturo, presenza scenica ed una interazione col pubblico non indifferente, che rende mai noioso lo show. Quest’ultimo elemento da non prendere affatto sottogamba (mi capiranno coloro che hanno assistito sempre a Taormina al concerto dei Placebo) trova raffronto in Put Your Life On It quando Meighan e Co. chiedono ai presenti di accendere i flash dei propri smartphone per l’esecuzione: il risultato è da pelle d’oca.
L.S.F. è l’ultimo brano in scaletta prima dell’encore: sarebbe da ipocriti cercare di spiegare a parole quante emozioni ha regalato questo pezzo, un po’ come dopo farà Goodbye Kiss eseguita chitarra e voce (e a me vi assicuro che l’acustico non fa impazzire).
Il bis prevede anche Comeback Kid, Vlad e la celeberrima Fire che chiude un live di assoluto livello. La band di Leicester rispetto a 7 anni fa (quando apriva i concerti dei Muse) di strada ne ha fatta e parecchia, ma non ha perso l’umiltà: le ultime scene impresse nella mia mente sono quella di Pizzorno che ringrazia in ginocchio la Sicilia per «questa sera incredibile» salvo poi lasciarsi andare alla sua natura di mattatore scatenandosi sui cori del pubblico (più e più volte ripetuti in Fire) a concerto già ultimato e quella di Tim Carter disponibilissimo a foto con i fan.