Her Skin “Find a Place to Sleep”
Etichetta: WWNBB collective
Uscita: 23 Febbraio 2018
C’è qualcosa di delicato e prezioso nella semplicità di “Find a place to sleep”, disco d’esordio della giovanissima cantautrice modenese Sara Ammendolia, in arte Her Skin, uscito il 23 febbraio. A soli vent’anni Her Skin, dopo due EP, “Goodbyes and Endings” (2015) e “Head Above the Deep” (2016), ci regala un album con 10 piccole canzoni (solo due pezzi superano i tre minuti) in equilibrio tra folk e cantautorato,10 piccole poesie che arrivano subito al punto, portando sin dalle prime note l’ascoltatore al centro del mood del disco.
“Find a place to sleep” è un invito a trovare un posto caldo e accogliente, un posto “di ritorno” direi, un posto in cui dormire, un posto, in definitiva, in cui sentirsi al sicuro. Ed è certo quel posto che Her Skin ha cercato viaggiando per 4122 Km per portare la sua musica in giro per l’Italia, attraversando 12 regioni diverse. Ci piace immaginarla alla guida della sua Micra bianca, chitarra acustica e inseparabile ukulele a bordo, ascoltando “You are free” di Cat Power, “The Creek Drank the Cradle” o “Our Endless Numbered Days” di Iron & Wine, la voce di Elena Tonra (Daughter) o il folk delle canzoni di William Fitzsimmons.
“Find a place to sleep”, in generale, è un micro-scrigno di piccole emozioni stese su suoni di chitarra acustica (protagonista, insieme alla voce di Her Skin, del disco) e ukulele, arricchiti da pennellate di violoncello, ritmiche di contrabbasso e qualche batteria, fortunatamente, mai invasiva.
Il disco si apre con Prickly Pear, un pezzo essenziale dall’umore allegramente malinconico, che parla di attesa e felicità per un ritorno in un modo molto particolare. Stesso umore e ukulele lo ritroviamo in altre canzoni come Sink into you, Angles o À Demain (pezzo finale del disco).
In pezzi come Cut out the Flower, Lungs l’atmosfera diventa intima e il calore della registrazione in analogico trova la sua espressione migliore. La prima è un’elegante ballata con andatura “jazzata” con un testo malinconico da leggere e trascrivere su moleskine. La chitarra acustica è accompagnata da Rodhes, basso e batteria in lontananza e un ritornello fischiettato molto accattivante. Il secondo è un pezzo arpeggiato con un micro-inserto di tromba impercettibile ma molto ben bilanciato, una grancassa che sembra un battito di cuore rallentato e la bellissima voce di Sara distesa su cori angelici. Self-portrait e Eyes and Ice, ricordano il Damien Rice di The Blower’s Daughter, soprattutto per l’uso del violoncello sospeso nell’aria del pezzo. Il contrabbasso del primo dei due lo rende, con il suo incedere, un pezzo da danzare in maniera romantica e sognante. La bellissima Hayley ha una ritmica lontana, come eco di un treno veloce, rallentata dalla bella voce di Her Skin.
Come dice l’autrice, “Find a Place to Sleep è una storia. La mia storia. E spero anche la storia di qualcun altro. È un disco umano, cantato e suonato da un essere umano, per un altro essere umano. Find a Place to Sleep parla, e vuole farti sentire un po’ a casa”. E’ un debutto soffice e delicato, ma ha tutto per farsi sentire in maniera decisa.