Cosa sarebbe potuto accadere se al tempo degli “urlatori” ci fossero già state distorsioni e sonorità tipiche dell’hard rock? Che deriva avrebbe preso lo stile di artisti come Adriano Celentano, Little Tony o Clem Sacco, se avessero potuto disporre di questi mezzi tecnici? Un tentativo di risposta ci giunge da parte di Johnny DalBasso che ci propone “Cannonball”, sua terza fatica discografica.
Il musicista avellinese, già convincente nei primi dischi “JDB” e “IX”, torna a distanza di due anni con un lavoro convincente nel quale troviamo un’inusitata ma convincente miscela di canzoni a tema sentimentale, caratteristiche della musica leggera italiana, unite a sonorità distorte fra hard rock e stoner, suonate a pieno ritmo e a tutto volume. Il risultato è uno stile assolutamente personale e fuori dal tempo, perché nonostante i tanti rimandi agli anni sessanta, con uno stile vocale che sfrutta il timbro profondo per rievocare a seconda del caso Bobby Solo, Celentano (omaggiato con la bella cover di “Furore” e nella citazione di “Una carezza in un pugno” nella super-fuzzy “Niente di male”) ed il gangster-style tipico di Fred Buscaglione particolarmente evidente in “Micidiale”, lo scatenato Johnny dimostra personalità, mestiere ed inventiva.
Gli undici brani (più una ghost track) di “Cannonball” centrano in pieno l’obiettivo grazie al riuscito contrasto fra ruvido hard rock ed i testi scanzonati, nei quali romanticismo ed ironia giocano a punzecchiarsi fra loro. Grazie a tutto ciò, possiamo considerare “Cannonball” come la terza opera “matura ma non troppo” di Johnny DalBasso, artista furbo e maliardo capace di emozionare e divertire il proprio pubblico, che non potrà fare a meno di ballare sulle note di queste “hard rockmantic songs”.
Un artista da scoprire ed apprezzare.
Tracklist:
- It’s over
- Cannonball
- Furore (Adriano Celentano cover)
- San Francesca
- Sufrimiento
- La scala
- Micidiale
- Niente di male
- Lascia a casa tuo marito
- Storia d’amore (Part II)
- Adesso e qui