Un progetto che rievoca il più raffinato pop degli anni ’60 fra Beatles e Beach Boys, unito a una melodia ed una delicatezza vocale che ci ha ricordato da vicino l’Elliott Smith di “XO”: l’album in questione si intitola “Lost Spring Songs” ed il suo autore è Andrea Calvo aka Grand Drifter, cantautore polistrumentista che confessa di aver trovato ispirazione “immaginando che le mie canzoni fossero prese da un disco inedito dimenticato e riscoperto a posteriori”.
Il mood del disco è quello di una nostalgia di un passato musicale non vissuto in prima persona e conosciuto solo attraverso quegli album divenuti dei classici imprescindibili nella storia della musica, ma guai a pensare che questo abbia portato Grand Drifter a comporre un album solamente retrò: la lezione dei “classici” in ogni forma d’arte è fondamentale, vuoi per chi vuole rompere gli schemi, vuoi per chi vuole proseguirne la lezione in maniera personale, scelta che Calvo compie con una non indifferente abilità.
Da un lato l’ottimo lavoro di produzione e registrazione col proprio fidato staff di collaboratori, dall’altro un’ispirazione genuina e un’ottima abilità compositiva che lo hanno portato a misurarsi con i già citati maestri senza affatto sfigurare nel modo in cui l’artista ha saputo delineare attraverso parole e musica una serie di stati d’animo condivisi col pubblico.
È la delicatezza il tratto principale che contraddistingue “Lost Spring Songs”, un approccio gentile tanto con gli strumenti quanto nella scelta di parole e toni al punto da sfociare in una sorta di nostalgia connaturata al fatto che certi modi di esprimere la propria arte e le proprie emozioni sono sempre più rari all’interno dello scenario musicale contemporaneo.
Un’opera che dona delicate emozioni, mostrando quanto certi modi di fare musica restino sempre vivi ed adattabili alla contemporaneità, anche nel caso in cui certi maestri non siano più fra noi: l’importante è trovare allievi che sappiano cogliere la lezione con la loro sensibilità, e Grand Drifter è certamente riuscito in questo intento.
Tracklist:
- The Balloonʼs Boy
- Circus Days
- Closer Doesnʼt Mean Near
- Human Noise
- Junkyard
- Flesh and Bones
- Somebody Must Fall
- Listen To The Soul
- Silent Brother
- Untitled Waltz
- The Way She Knows
- A Lost Spring Song
- The Balloonʼs Boy (reprise)